venerdì 27 maggio 2016

Pollo alla Cosima, etnico d'antan

Pollo alla Cosima

Ho pubblicato ieri sullo Starbooksblog un pollo in pieno stile etnico d'antan che Nigella ci dice essere uno dei piatti preferiti di sua figlia Cosima, al punto che gliel'ha addirittura intitolato: pollo alla Cosima, si chiama infatti!
http://starbooksblog.blogspot.com/2015/10/moroccan-vegetable-soup-with-green.html

In effetti qui è stato abbastanza apprezzato, anche se secondo me la crescita di consapevolezza delle cucine altre può produrre risultati migliori.
Per maggiori dettagli e la ricetta, potete andarli a leggere sul blog dello Starbooks.

Pollo alla Cosima

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

mercoledì 25 maggio 2016

Cheesecake salato zucchine e salmone

Cheesecake salata di zucchine e salmone senza glutine

Seconda giro di giostra per Anna Luisa e Fabio  a questo MTChallenge n° 57: avevano vinto subito, già alla terza sfida, sulla Japanese Cotton Cheesecake, e ci avevano proposto l'Apple pie. Che poi non era tanto un "ci", perché all'epoca io ancora non partecipavo. Cavoli, era la sfida n° 4!!!!!
Sei anni e 53 sfide dopo, bissano la vittoria. E cosa ci propongono? Il cheesecake, che poi è quello su cui avevano vinto nel 2010. Insomma, una specie di ruota dell'eterno ritorno molto carina.
D'altronde, da una maestra pasticcera come Anna Luisa cosa ci si poteva aspettare?
Il cheesecake è un dolce che amo molto, e non è solo un dolce, si può infatti declinare in versione salata.
Io ho scelto questa opzione (speravo di riuscire a farle entrambe, ma qui il tempo è tirannissimo) perché è una preparazione che ho fatto meno volte della sua omologa dolce, cruda e cotta, e all'MTChallenge ha senso partecipare se si impara qualcosa, altrimentei che lo fai a fare?

La mia è una proposta molto semplice, un abbinamento davvero primaverile: zucchine e salmone.
Per me le zucchine sono solo quelle chiare costolute fiorentine, e quelle ho usato.
Il formaggio spalmabile me lo sono fatto da sola, e in effetti è proprio buono.

Come base ho usato delle fette biscottate ai cereali che hanno un loro perché, sono molto croccanti e ben si sposano sia con la crema che con il salmone.


Tutto semplicissimo, adeguato al tempo tirannissimo di questo periodo.
Come formaggi ho usato metà formaggio spalmabile tipo Philadeplhia e metà una specie di ricotta che mi sono fatta in casa con l'ennesimo aggeggio preso per finire i punti dell'Esselunga. Volevo usare solo quello ma era troppo poco e non avevo più tempo e poi secondo me non è abbastanza cremoso da usarlo in purezza. La prossima volta userò il labneh, che è troppo buono e di cui sto diventando addicted.

Cheesecake salata di zucchine e salmone senza glutine

Cheesecake salato salmone e zucchine (e simil ricotta fatta in casa)
Ingredienti
(per 6 cheesecake monoporzione o un cerchio unico da 24 cm di diametro)
250 g di fette biscottate ai cereali (¶)
100 g di burro
250 g di formaggio spalmabile (¶)
250 g di simil-ricotta fatta in casa (¶)
40 ml di latte
5 zucchine chiare
50 g di parmigiano reggiano grattugiato
sale, pepe
10 g di colla di pesce
olio extravergine di oliva
timo per le zucchine
erba cipollina per decorare
menta
succo di limone
150 g di salmone affumicato

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Sbriciolate finemente le fette biscottate
Sciogliete il burro a bagnomaria o a bassa potenza nel microonde.
Mescolate il burro con i le fette biscottate sbriciolate sino ad ottenere un composto compatto.
Su una placca per dolci rivestita di carta forno mettete 6 coppapasta, rivestiteli con pellicola per alimenti o,  meglio, con strisce di acetato, e distribuite il composto così ottenuto nei coppapasta, compattando e livellando con il dorso di un cucchiaio. In alternativa potete usare un'unica tortiera (con il bordo sganciabile): in questo caso rivestite la base con carta-forno e il fascione con una striscia di acetato.
Mettete la placca in frigorifero.
Nel frattempo mondate le zucchine e togliete la parte esterna con un rigalimoni, ottenendo delle striscioline di zucchina a julienne. Mettetele in frigorigero dentro un contenitore coperto da pellicola. Tagliate le zucchine rimaste a cubetti, e lessatele al dente. Fate raffreddare e frullatele in un mixer in modo da ottenere una purea perfettamente omogenea, unendo gli aghetti di un paio di rametti di timo e un pizzico di sale.

Cheesecake salata di zucchine e salmone senza glutine

Mettete la gelatina ad ammollare con un poco di acqua fredda.
In una ciotola mescolate il formaggio spalmabile con la ricotta setacciata due volte, il parmigiano grattugiato e la purea di zucchine. Aggiustate di sale e spolverate con un paio di giri di mulinello di pepe.
Strizzate la gelatina che si sarà ammollata e scioglietela a fuoco basso con  il latte.
Unite la gelatina sciolta alla crema di formaggio e zucchine e mescolate finché sarà perfettamente incorporata.
Distribuite la crema alle zucchine fra i sei coppapasta e mettete in frigorifero per almeno quattro ore.
Sformate e servite le cheesecake, coprite con fette di salmone tagliate a misura e decorate in giro in giro con erba cipollina grossolanamente tritata, e con la julienne di zucchine tenuta da parte, fatta marinare per un'ora in una citronette realizzata con tre cucchiai di olio extravergine di oliva, un cucchiaio di succo di limone e menta tritata.
Per tagliarla munitevi di coltello affilato perché essendoci il salmone in fette e non in mousse o simili, bisogna fare attenzione altrimenti si separa e viene una fetta brutta. Ho comunque preferito lasciarlo a fetta e non lavorarlo perché mi piaceva l'idea del contrasto di consistenze, tutto morbido, soprattutto nel caso di una cosa salata, non mi piacerebbe. 


Simil-ricotta
Ingredienti
(per una forma da 250 g circa)
750 ml di latte intero
250 g di yogurt intero (2 vasetti)
170 g di yogurt greco (1 vasetto)

Con l'oggetto per fare in casa il formaggio che in realtà formaggio non è, è facilissimo: mescolare latte e yogurt nel contenitore, scaldare nel microonde per 14 minuti, togliere dal microonde, con una schiumarola raccogliere al centro i fiocchi che si sono creati, aspettare circa mezz'ora quindi scolare i fiocchi dal siero, che si butterà via, e fate riposare in frigorifero per tutta la notte. Il mattino seguente avrete una roba che somiglia molto come consistenza a una ricotta soda, però con un sapore delicatamente acidulo. Questa cosa si conserva fino a tre giorni in frigorifero.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.



Torte rustiche gluten free

Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 57 di maggio 2016 dell' MTC.
La ricetta originale di Anna Luisa e Fabio del blog Assaggidiviaggio


venerdì 20 maggio 2016

Maritozzi senza glutine

maritozzi senza glutine

Oggi c'è uno sciopero della scuola. È uno sciopero congiunto dei tre sindacati confederati, CGIL-CISL-UIL, più lo SNALS. Non accade spesso.
Questo è stato l'anno della Buona Scuola: molti docenti immessi in ruolo (non tanto per merito della Buona Scuola, ma perché ce l'ordinava l'Europa) e una Nuova Grande Riforma. La Nuova Grande Riforma della Scuola  è una delle manifestazioni più evidenti dell'italico malesse: appena entra in carica un nuovo governo cosa dichiara, per prima cosa? Che riformerà la scuola, scuola che, ça va sans dire, non funziona, è malata, sofferente, non al passo coi tempi, inadeguata alle magnifiche sorti e progressive. Ogni governo ha il suo stile. Negli ultimi anni andava molto di moda tagliare. Taglio di posti nella scuola à la mode de M.me Gelmini. O forse si chiamava M.me Tremonti? Prima ancora avevamo goduto dei fasti Morattiani. 
A questo giro va di moda la valutazione dei docenti, anzi, la valorizzazione della professionalità docente.
Dice che ci devono valutare, e ai più bravi verrà dato un premio. No, no, non caramelle, ma in denaro!
Ora, avendo in passato lavorato in un'azienda privata, so anch'io che esistono i premi di produzione per aumentare la produttività. Come misurare la produttività dei docenti mi sembra un problema di non facile soluzione, ma lasciamo in sospeso questo punto, per un attimo.
Perché prima di pensare a premi di produzione, sarebbe davvero indispensabile un adeguamento degli stipendi dei docenti.  L'ultimo rinnovo del contratto risale al 2009. Gli stipendi sono fermi da molto tempo, a livelli di cui vergognarsi.
I premi sono un di più, un'integrazione ad uno stipendio che dovrebbe comunque permettere alle persone di vivere in modo dignitoso del proprio lavoro.

Prima del premio, dateci lo stipendio.

Perché è vero che il nostro è un lavoro importante, anzi, cruciale per la costruzione dell'Italia del futuro. È vero che dobbiamo farlo bene, al meglio delle nostre possibilità.

Ultimamente sembra quasi che parlare di soldi sia una cosa poco fine.

Invece per fare al meglio un lavoro così delicato ci vorrebbe un minimo di sicurezza e uno stipendio dignitoso.
La cosa davvero poco fine è che gli insegnanti guadagnino così poco.

I bonus premiali in questo contesto somigliano un po' troppo alle brioche di Maria Antonietta, per non farmi arrabbiare.

Così per protesta ho deciso di farmele da sola, le brioche, o meglio ancora i maritozzi.

Anche perché mia figlia me li chiede da anni, non potevo più procrastinare. 

Per inciso, questa è la #settimanadellaceliachia e io mangio #365giorniglutenfree vi invito ad aderire all’iniziativa di Gluten Free Travel & Living di postare una foto (anche con il nostro libro) per ribadire che mangiare senza glutine non vuol dire senza gusto!



La ricetta parte da quella di Andrea Golino del libro "Colazioni a letto" che abbiamo recensito lo scorso mese con lo Starbooks, e che aveva realizzato magistralmente la Patty, ma, ben sapendo che i nostri impasti danno sempre meno soddisfazione di quelli glutinosi, ho pensato di adottare una lievitazione indiretta, nella speranza di giungere ad un lievitato morbido più a lungo. Così ho adottato il metodo della biga, ispirata anche dagli risultati ottenuti da Lucia Sinisi, in arte Donna Lucia senza Glutine. In particolare ero rimasta particolarmente colpita dai suoi bocconcini di pane, che mi aveva segnalato Anna Lisa.
Come farina ho usato la farina per dolci lievitati Dallagiovanna.


maritozzi senza glutine

Maritozzi 
Ispirato a una ricetta di Andrea Golino - "Colazioni a letto"
Ingredienti
Per la biga
200 g di farina per dolci lievitati molino Dallagiovanna (¶)
200 g di acqua
3 g di lievito di birra
Per l'impasto finale
la biga
500 g di farina per dolci lievitata molino Dallagiovanna (¶)
1 uovo
circa 360 ml di latte (quello necessario ad ottenere, mescolandolo con l'uovo sbattuto, 410 ml complessivi di liquidi)
70 g di burro
70 g di zucchero
50 g di uvetta
la scorza di un'arancia non trattata
1 cucchiaino di sale
Per spennellare
1 tuorlo
1 paio di cucchiai di latte
Per la finitura
20 g di acqua (3 cucchiai)
50 g di zucchero (2 cucchiai)
panna da montare

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Procedimento
La mattina preparare la biga sciogliendo il lievito nell'acqua, ed incorporando quindi la farina. Lasciar riposare coperto, a temperatura ambiente, 12-15 ore.

La sera prima mettere nella ciotola dell'impastatrice la farina setacciata due volte, unire il sale e lo zucchero, la scorza dell'arancia grattata, azionare l'impastatrice ed unire a filo il miscuglio di latte e uovo. Quando sarà amalgamato unire anche la biga, un po' alla volta, sempre impastando.
Incorporare anche il burro, lasciato ammorbidire a pomata a temperatura ambiente, in tre volte (io per ammorbidire il burro l'ho messo nel microonde a potenza minima e l'ho lasciare andare, controllandolo a vista finché non stava ammorbidendosi ma senza sciogliersi, al che l'ho tolto dal microonde, ho mescolato bene e ho lasciato raffreddare: così ho ottenuto una cremina).
Per ultima unire l'uvetta, eventualmente ammollata per 10 minuti nel rum (io non l'ho fatto, mi sono distratta).
Continuare ad impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Sarò abbastanza appiccicoso ma non eccessivamente morbido. Trasferire in una ciotola che possa andare in frigorifero unta con olio di arachidi.
Dare la forma a palla, coprire con un coperchio e far partire la lievitazione per una mezzoretta, quindi mettere in frigorifero per l'intera nottata. Il mattino seguente togliere dal frigorifero, lasciar riprendere per un'oretta abbondante, rovesciare quindi l'impasto sulla spianatoia e dare delle pieghe per sgonfiarlo totalmente. A questo punto dividerlo in pezzi di circa 80 g di peso e lavorarli prima a panino tondo, con la pirlatura, quindi allungarli come se si stesse stendendo col mattarello sulla spianatoia, in modo da dargli la tipica forma a ellissoide allungato. 
Spennellare con il tuorlo d'uovo sbattuto nel latte, mettere nella teglia rivestita con cartaforno, coprire con pellicola e lasciar rilievitare fino al raddoppio.
Infornare a metà altezza nel forno preriscaldato a 200 °C. L'ambiente dev'essere umido, io ho messo una teglietta sul fondo del forno quando l'ho acceso e, al momento di infornare, ci ho messo dentro tre cubetti di ghiaccio per fargli sprigionare vapore. 
Una decina di minuti dopo aver infornato ho abbassato la temperatura a 180 °C e e ho fatto cuocere per altri 15 minuti. 
Appena usciti dal forno pennellarli con uno sciroppo ottenuto facendo sciogliere sul fuoco lo zucchero nell'acqua, e quando sono perfettamente raffreddati tagliarli a metà e farcirli con panna montata.
 
Appena fatti sono molto morbidi e profumati e si conservano abbastanza bene.


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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.













Con questa ricetta partecipo a ‪ #‎Panissimo41‬ “con questo pane partecipo alla raccolta di Panissimo ideata da Sandra e Barbara questo mese ospitata da Consuelo
Panissimo

martedì 17 maggio 2016

Torta albicocche e mandorle di Nigella per lo Starbooks

Torta con albicocche e mandorle senza glutine

Oggi sullo Starbooksblog, una torta alle mandorle nientepopodimeno che di Nigella, autrice che non si era mai vista su questi schermi.
http://starbooksblog.blogspot.com/2015/10/moroccan-vegetable-soup-with-green.html

Stiamo recensendo la sua ultima fatica, Simply Nigella, un libro che dirazza un po' dal sontuoso stile nigelliano, per rivolgersi verso più modaiole ma anche infide sperimentazioni etnico-salutiste.
C'è un po' di tutto, dal vegano alla slow-cooker, passando ovviamente per l'immancabile gluten-free che oggi non si nega a nessuno.
Ve la riuscite a immaginare Nigella Lawson nei panni di una novella Gwyneth Paltrow?
Io no, eppure, a partire dalla silouette, decisamente ridimensionata, dalle foto volutamente essenziali, dai toni pallido-nordici, sembra che il modello sia quello.
Io ho già provato qualche ricetta, e Nigella è sempre Nigella, con la sua precisione, le istruzioni al limite del pedante ma che ci permettano di evitare, se pedissequamente seguite, ogni caduta.
Oggi è la volta di questa splendida torta, speziata e profumata, con un accostamento dire abbastanza classico: mandorle e albicocche.
Questa torta mi ha ispirato subito.
Sarà perché ho un debole per i dolci con le mandorle.
Sarà perché mi piace particolarmente l'accostamento mandorle/albicocche.
Sarà perché mi piacciono tutte le torte un po' umide all'interno, semplici, che profumano di buono.
D'altronde, è una tipologia di torta che si ripete. Già Nigella si era cimentata, con la sua famosissima Clementine cake. L'aveva fatta anche Ottolenghi, squisita, sempre con clementine e mandorle e l'avevo provata pure io proprio per lo Starbooks. La semolina, coconut and marmelade cake di Ottolenghi ne è un altro splendido esempio (anche se la forma è diversa, a cake diremmo noi in Italia). Secondo me si ispirano tutte alla torta torta sefardita di arance e mandorle che ci racconta Claudia Roden.
Oltretutto è una torta che nasce naturalmente senza glutine, in quanto l'unica farina prevista sono 50 g di fioretto di mais.
Nigella ne è molto contenta. Nell'introduzione lei stessa dice che si tratta di una delle tante varianti della Clementine cake che ha fatto nel corso degli anni, proprio quella che le è venuta meglio.
Invita ad una giusta cautela  con l'acqua di rose, per non rischiare di ottenere l'effetto bagnoschiuma.
È entusiasta del fatto che sia una torta facilissima da fare, per la quale basta scaraventare tutto nel boccale di un robot da cucina ed è fatta.

Insomma, ero assolutamente ben disposta e non vedevo l'ora di assaggiarla.

Purtroppo, pur essendo la torta tecnicamente venuta, non posso dire di essere completamente soddisfatta, e credo anche di sapere il perché.


TORTA DI MANDORLE E ALBICOCCHE CON ACQUA DI ROSE E CARDAMOMO
APRICOT ALMOND CAKE WITH ROSEWATER AND CARDAMOM

Ingredienti
(per 8-10 fette) / stampo a cerniera da 20 cm 
150 g di albicocche secche
250 ml di acqua fredda
2 capsule di cardamomo, apertera
200 g di farina di mandorle *
50 g di farina fine di mais (io fumetto) *
1 cucchiaino di lievito per dolci *
150 g di zucchero
6 uova grandi
2 cucchiaini di succo di limone
1 cucchiaino di acqua di rose *
olio di girasole per ungere la tortiera

Per la finitura
2 cucchiaini di confettura di albicocche o di rose *
1 cucchiaino di succo di limone
2 cucchiaini e 1/2 di pistacchi tritati

Perché il dolce sia idoneo a un celiaco o a un intollerante al glutine gli ingredienti contrassegnati con * devono presentare sulla confezione la scritta "SENZA GLUTINE", oppure la spiga barrata, oppure devono essere inseriti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia.

Procedimento
Mettete le albicocche secche in un pentolino, copritele con l'acqua fredda e unite le capsule di cardamomo spezzate insieme ai loro semini profumati. Mettete sul fuoco e fate cuocere 10 minuti da quando prende il bollore. Non vi allontanate troppo perché potrebbe evaporare tutta l'acqua cosa che non va bene perché le albicocche devono continuare ad assorbire liquidi mentre si raffreddano.
Togliete il pentolino dal fuoco e mettetelo su una superficie fredda, che non si bruci, e fate raffreddare completamente.
Accendete il forno a 180 °C.
Ungete il bordo dello stampo a cerniera e rivestite la base con carta-forno.
Dividete a metà 5 albicocche, e mettetele da parte. Togliete dal pentolino le bucce del cardamomo, ma non i semini.
Trasferite il contenuto del pentolino in un robot da cucina, unite la farina di mandorle, la farina di mais, il lievito, lo zucchero e le uova, e accendete il robot, lasciandolo in funzione il tempo necessario a mescolare il tutto.
Aprite il contenitore, togliete l'impasto che si sarà attaccato ai bordi con una spatola, unite 2 cucchiaini di succo di limone e il cucchiaino di acqua di rose e azionate ancora il robot, per amalgamare il tutto.
Versate quindi il composto nella tortiera, pareggiatelo con una spatola (a me è venuto un composto piuttosto liquido, non c'è stato alcun bisogno di pareggiarlo) disponete le mezze albicocche tutto intorno. e infornatelo.
Lasciatelo cuocere per 40 minuti. Se la torta dovesse scurire troppo prima di essere cotta, dopo mezz'ora copritela con un foglio di alluminio.
È cotta quando comincia a staccarsi dalle pareti della tortiera, la superficie è stabile e uno stecchino esce dal centro con solo un paio di briciole attaccate.
Togliete la torta dal forno e mettetela su una gratella per dolci.
Se per la finitura avete deciso di usare la confettura di albicocche, potreste aver bisogno di scaldarla un attimo per renderla più fluida e facile da stendere, invece quella di petali di rosa è già così morbida di suo che non ce ne sarà bisogno.
Incorporate un cucchiaino di succo di limone alla confettura e spennellatela tutta sulla superficie della torta, quindi cospargetela con i pistacchi tritati.
Sformate la torta solo quando è totalmente raffreddata e trasferitela in un piatto. 

Si conserva in un contenitore a chiusura ermetica per 5-7 giorni. Se fa molto caldo conservatela in frigorifero.
Si può congelare e tenere in freezer fino a 3 mesi, anche se una volta scongelata le mandorle tenderanno ad ammollarsi un po'. Per congelarla togliete il fascione laterale della tortiera ma lasciate la base, ed avvolgete il tutto con un doppio strato di pellicola e uno strato di alluminio.
Per scongelarla, togliete sia la pellicola che l'alluminio e lasciatela scongelare a temperatura ambiente, senza togliere la base.


A PROPOSITO DEGLI INGREDIENTI
  • Viene segnalato, come unico ingrediente a cui fare attenzione per eventuali esigenze gluten-free, il lievito. No, non ci siamo cara Nigella! Il lievito non è l'unico ingrediente a rischio contaminazioni da glutine, in questa torta: ci sono anche la farina di mais, la farina di mandorle, l'acqua di rose e la confettura. Mi sembra proprio una caduta di stile, per una che appartiene alla scuola anglosassone, sempre così precisa nelle istruzioni operative e sulla scelta degli ingredienti... Se ci si vuole convertire al senza glutine, che non è una moda ma una questione di salute, sarebbe opportuno farlo con cognizione di causa.
  • Si parla di "ready-to-eat" dried apricot, forse per distinguerle dalla frutta disidratata. Io ho usato normalissime albicocche secche.
  • Si dice di usare "50 g di polenta fine, non istantanea". Io ho usato della farina di mais fumetto, che è quella più fine che ci sia, e penso che sia la scelta giusta.
  • In questa torta non ci sono grassi, l'unico presente è quello per ungere la tortiera. Nigella non nomina il semplicissimo e reperibilissimo burro, ma il grasso spray per pasticceria, o l'olio di girasole. Mah.. A me paiono un po' delle ubbìe. Non parliamo di una torta farcita con mezzo chilo di crema al burro o di mascarpone, parliamo di una nocciolina di burro per ungere il fascione laterale di uno stampo a cernia. Mah...
NOTE
  • La principale criticità di questa torta sono le dimensioni dello stampo: 20 cm per queste dosì è troppo piccolo. Non è che l'impasto non c'entri, o che non si cuocia nei tempi. Tutto a posto, da questo punto di vista. Il problema è che si ottiene una torta ben più alta rispetto a quella raffigurata nel libro, e non è solo un problema di confronto, ma proprio di gusto. Il sapore a questa torta glielo dà soprattutto la copertura di confettura: con uno stampo da 20 cm si ottengono fette così alte che è materialmente impossibile "azzannarle" in un morso solo, col risultato che il morso senza copertura sembrerà inevitabilmente insipido. Queste dosi vanno bene per uno stampo da 24-25 cm, non da 20. Sembra una questione di poco conto, ma come ho spiegato è essenziale per determinare il gusto della torta stessa. 
  • Il punto precedente diventa ancora più importante dal momento che la quantità di zucchero prevista è piuttosto scarsina. Nella torta di clementine, di cui questa è dichiaratamente una variante, sono previsti 225 g di zucchero per 250 g di mandorle, qui solo 150 g per 200 g (se le proporzioni fossero le stesse, ce ne avrebbe dovuto mettere 180 g). E le clementine sono agrumi dolci.  
  • Tenendo conto che le albicocche sono abbastanza delicate di sapore e che c'è poco zucchero, complessivamente la torta sa di poco. E non aiutano le spezie orientaleggianti. L'acqua di rose si sente pochissimo (ma su questo do a Nigella il beneficio del dubbio, forse è colpa della mia acqua di rose un po' svanita), e il cardamomo fa un effetto strano: si sente poco nell'insieme, a meno che non ti capiti sotto i denti un semino (rimangono interi) che allora sprigiona tutto insieme il suo aroma e fa l'effetto preparato per il mal di denti.
  • Anche sulla confettura è un po' tirata: due cucchiaini sono un po' pochini. O che gli è preso a Nigella??? Ripigliati!  
  • Piccola nota sulla cottura: non viene detto a che livello del forno infornarla. È un'informazione che si può anche omettere, ma non in un libro dove si precisa di non allontanarsi dai fornelli mentre cuociono le albicocche perché potrebbe essere necessario unire un po' d'acqua. Che ci vuole molto a precisare che va messa sul ripiano più basso del forno, a maggior ragione per la quale c'è il rischio che si abbronzi troppo la superficie?
Pertanto, malgrado la torta sia tecnicamente venuta, e sia anche buona, per quanto delicata, tenuto conto del fatto che è una torta facilissima, non me la sento di promuoverla pienamente. Ma non la boccio nemmeno, perché penso che con un cincinnino di zucchero in più e in uno stampo più grande possa venire un'ottima torta.
Editing del giorno successivo: come spesso accade per molti piatti in cui sono presenti spezie, e in effetti Nigella l'ha pure scritto, questa torta è molto più buona il giorno dopo, quando i sapori si sono amalgamati e riescono a sprigionare i loro aromi al meglio. Stamani mia figlia ha assaggiato questa torta, e non riusciva a smettere di mangiarla. E anche io, che ieri facevo parecchio la criticona, oggi non posso certo dire che sia cattiva.
Quindi, il giudizio è
SALVATA PER IL ROTTO DELLA CUFFIA

Torta con albicocche e mandorle senza glutine



venerdì 13 maggio 2016

Pane senza impasto con birra e yogurt senza glutine e senza lattosio

Pane senza impasto con birra e yogurt di soia, senza glutine e senza lattosio

Maggio è un mese vissuto pericolosamente dagli insegnanti, che ne hanno mille e più di mille.
Ovviamente questo vale nella realtà concreta dei fatti, mentre nell'immaginario collettivo gli insegnanti non fanno niente dalla mattina alla sera, che sia maggio o settembre...
Tant'è. La prenderemo con filosofia. Anche se insegno matematica.
In effetti che ci sia parecchio da fare si vede dal blog: ultimo post, 25 aprile. 18 giorni fa!
Malgrado i molti impegni, devo comunque far sopravvivere la famiglia. In questo mese si va parecchio anche di panacci industriali imbustati. Però cerco, almeno una volta alla settimana, di panificare.
Questo è il pane che ho fatto l'altro giorno: un pane senza impasto, anche questo ispirato a una ricetta dal libro di Jim Lahey.
La ricetta originale di Lahey è alla birra e latticello, l'avevo fatto già un paio di volte (in fondo al post, la foto).
Questa volta ho usato la birra senza glutine Amber della Green's, una rossa un po' amarognola che mi piace molto, e invece del latticello ho messo dello yogurt di soia, che avevo preso non ricordo assolutamente con quali intenzioni ma che rischiava di finire la sua esistenza nella spazzatura, se non mi sbrigavo a trovargli un'occupazione.
Essendo la soia senza lattosio, ed essendo senza lattosio e senza proteine del latte pure la farina che ho scelto, ho usato anche il latte di riso invece del latte normale così alla fine anche il mio pane è adatto agli intolleranti al lattosio e alle proteine del latte, oltre che agli intolleranti al glutine.
Per la gioia di mio marito (come ho ripetuto più volte cucinare per questa famiglia è una corsa a ostacoli che metterebbe a dura prova chiunque...)
Ho anche sperimentato una nuova farina: la farina per pane e pizza di EsSenza Glutine.

In realtà con questa ricetta avrei voluto partecipare al contest Essenzialmente Free organizzato da Gluten Free Travel and Living insieme ad EsSenza Glutine e Sglutinati, ma sono arrivata lunga con i tempi. Diciamo che sono fuori concorso, ché poi lo sarei stata lo stesso, essendo parte della redazione di Gluten Free Travel and Living...


La farina ci è piaciuta, ovviamente come con tutte le farine bisogna prenderci le misure.
Mi sembra che assorba un po' meno liquidi di altre, e infatti la prossima volta ridurrò di 10-20 ml i liquidi, per ottenere una forma meno piatta.
Il sapore è ottimo, nessun retrogusto, buona lievitazione.
Il pane senza impasto solitamente viene cotto nella pentola, io invece l'ho cotto sulla refrattaria, per fare un esperimento, ma penso che nella pentola possa venire ancora meglio.
Così è comunque morbido, profumatissimo, dal sapore deciso. È un pane rustico, perfetto da mangiare con formaggi, salumi dal sapore forte, ma anche con burro e marmellata.
Il giorno dopo era più buono, perché i vari sapori avevano avuto il tempo di armonizzarsi.

Pane senza impasto con birra e yogurt di soia, senza glutine e senza lattosio

Pane senza impasto con birra e yogurt di soia, senza glutine e senza lattosio 
Ispirato a una ricetta di Jim Lahey - "Pane senza impasto"
Ingredienti
350 g di farina per pane e pizza EsSenza Glutine (¶)
50 g di farina di grano saraceno (¶)
120 g di latte di riso (¶)
100 g di birra senza glutine (¶)
120 g di yogurt alla soia (¶)
1 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Procedimento
Sciogliete il lievito di birra nei liquidi. Setacciatevi sopra le farine e date pochi giri di mestolo, o a mano, unite il sale, rimescolare, chiudete con un coperchio e lasciate riposare per 12-18 ore a temperatura ambiente, finché l'impasto raddoppia.

Riprendete l'impasto, rovesciatelo sulla spianatoia infarinata (io con farina di riso mescolata con quella di grano saraceno), dategli qualche piega, formate una palla e trasferitela in un canovaccio infarinato, ripiegate il canovaccio, mettete in un cestino che abbia più o meno le dimensioni della palla (il cestino è utile per contenere l'impasto e aiutarlo a crescere in altezza) e fate lievitare ancora un paio d'ore, e comunque fino al raddoppio.
Una mezzora prima di quando si prevede sia conclusa la lievitazione accendete il forno a 250° C e metteteci dentro una pentola con coperchio che possa andare in forno.
Quando il pane ha raggiunto il giusto punto di lievitazione, estraete la pentola dal forno, metteteci dentro il pane con la chiusura sopra e infornate a coperchio chiuso per mezz'ora circa.
Abbassate quindi la temperatura a 210° C, togliete il coperchio e lasciate in forno un'altra mezz'ora.
Estraete dal forno e fate la prova del colpetto sul fondo. Se emette un suono sordo, come se fosse vuoto, allora il base è pronto, se viceversa il suono è pieno, allora è meglio lasciarlo in forno qualche altro minuto. Al momento opportuno, estraete il pane dal forno, mettetelo su una gratella a  raffreddare.
In alternativa si può cuocere sulla REFRATTARIA fatta scaldare nel forno a 250 °C per 30-40 minuti. In questo caso mettere una teglia sul fondo del forno, nella quale rovesciare un po' d'acqua al momento di infornare il pane, e vaporizzare sul pane e sulle pareti del forno, per creare un ambiente saturo di vapore che aiuti la lievitazione e la formazione di una crosta croccante.
 
Si conserva piuttosto bene e viene molto morbido e profumato.
NOTE

- L'idea di usare lo yogurt di soia e il latte di riso viene dal fatto che, al posto del latticello, presente nella ricetta originaria di Lahey, si possono usare latte e yogurt in parti uguali. Volevo eliminare il lattosio, il gioco è fatto.
- La quantità di liquidi che si devono usare nei pani senza glutine è sempre molto dipendente dalla farina. Si può variare anche del 10-15%, cambiando le farine.
- Provata più volte,  anche nella versione con latticello proposta da Lahey,

la ricetta è assolutamente PROMOSSA

Qui sotto la versione che avevo fatto tempo fa con latticello al posto dello yogurt di soia e cotto nella pentola. Come sempre la cottura nella pentola fa crescere il pane in modo più soddisfacente e sviluppare meglio gli alveoli.

burger ceci e quinoa

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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living


Con questa ricetta partecipo a ‪ #‎Panissimo41‬ “con questo pane partecipo alla raccolta 
di Panissimo ideata da Sandra e Barbara questo mese ospitata da Consuelo
Panissimo

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