venerdì 31 ottobre 2014

Un contorno velocissimo per il GFFD

coste

Qui sul blog di contorni ce n'è pochi, perché alla fine sembrano quasi, a parte rari casi, un piatto minore, che non vale la pena di presentare.
E invece è un errore, e lo è soprattutto per me, che vivrei di verdure.
Non a caso da piccola la mia nonna mi chiamava "cunèin", ovvero coniglio, proprio per la mia passione per ortaggi, insalate e affini.

Così un piatto davvero semplicissimo, senza dosi, senza quasi nulla, ma che allieta la mia tavola invernale quando arrivano le bietole, quelle grosse dette coste d'argento, delle quali appunto apprezzo quasi più le coste che le foglie. 
E adesso che comincia a fare freschino, sono davvero un contorno perfetto, saporito e gustoso.

Coste al formaggio 
Ingredienti
  • un mazzo di bietole coste d'argento
  • latte
  • burro 
  • parmigiano 
  • sale
  • pepe di mulinello
Preparazione 
Mondare le bietole separando le coste dalla parte verde, che in questa preparazione non ci servirà.
Lessare le coste tuffandole in abbondante acqua in ebollizione, e lasciandole parecchio al dente. 
Quando si scolano metterle sotto l'acqua corrente, fredda, per fermare la cottura.
In una padella sciogliere una noce di burro, e quando è spumeggiante rovesciarvi le coste. Salare, farle sfrigolare un po', quindi aggiungere un paio di manciate abbondanti di parmigiano grattugiato, una spolverata di pepe di mulinello e un filo di latte. 
Far cuocere all'inizio incoperchiato, finché il parmigiano comincia a filare, quindi scoperchiare per far rosolare il tutto e assorbire il liquido. 
Et voilà! Sono pronte!


Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day

una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.


I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

domenica 26 ottobre 2014

Lasagne salmone e broccoli per l'MTC... con sorpresa

lasagne broccoli e salmone

Questo mese la sfida dell'MTC è sulla lasagna.
La lasagna, per usare un termine molto in voga ultimamente, è uno dei miei confort food preferiti.
Sarà perché quando ero piccola, e andavamo a trovare la nonna, non c'era volta che non ci rimandasse a casa con una teglia di lasagne da lei fatte con amore, e surgelate per i momenti del bisogno. Anche lei sicuramente lo considerava un comfort food, anche se ignorava il termine.
Le sue lasagne erano fatte in casa dall'inizio alla fine. Ricordo ancora la spianatoia di legno, enorme, dove tiravano, lei e le altre donne di casa -mia zia, le vicine- sfoglie da 12 uova come se fossero noccioline.
'Zdaure emiliane dalla punta del mignolo alla punta dei capelli. Poche ciance, pochi fronzoli, e quando c'è da fare una cosa ci si rimbocca le maniche e lo si fa. Punto e basta. Che fosse una sfoglia per 12 persone o portare in bicicletta documenti partigiani da un commando all'altro.
Lei così paurosa e riservata. Ma se s'ha da fare... scarpe rotte eppur bisogna andar, questo era lo spirito.
Quando uno la faceva lunga, lo zittiva subito "Fè menga dal pugnàtt" Non traduco che è meglio.
Insomma, io come molti, avrei voluto pubblicare le lasagne della nonna. Che peraltro, caso del destino, avevo fatto proprio due giorni prima che venisse pubblicata la sfida. Ma non avevo fotografato perché a casa mia sono un piatto abbastanza abituale, abituale nella misura in cui ci vuole, fra sfoglia, ragù e quant'altro, quasi una giornata a prepararle.
Però le lasagne ci sono già, ovviamente, su questo blog, e quindi dovevo tirarmi fuori qualcos'altro dal cappello.
Cosa non difficile. Perché spesso mi invento delle lasagne diverse. Sul blog ci sono anche al pesto e con la zucca.
Uno dei cavalli di battaglia di mia mamma, che pure non ama per niente cucinare, sono le lasagne con carciofi e prosciutto cotto, una delizia.
Purtroppo mio marito non le mangia, le lasagne. C'è il formaggio, che lui odia, e pure la besciamella. Non è roba per lui.
Visto che è un piatto d'amore, una volta gliele volevo far assaggiare. E come di grazia? Ma col pesce!
E così ho pensato di proporre una variazione di quelle della mia mamma, invece che prosciutto cotto e carciofi, carciofi e branzino.
Solo che quando sono andata a fare la spesa ho visto che i carciofi costavano 80 centesimi l'uno, e pure il branzino non scherzava.
E così, per mere ragioni di spending review familiare, ho ripiegato (si fa per dire) su salmone e broccoli.
Salmone tagliato sottile, stile carpaccio, messo a crudo e che si cuoce durante la cottura. Così tutti i suoi profumi restano lì, ed anzi si insaporisce a sua volta con il profumo dei broccoli.

E al posto della besciamella, visto che il solito marito uggioso con latte e burro  non va per niente d'accordo? Ma una salsa vellutata all'olio d'oliva a base di fumetto di pesce. Olio delicato, del Garda, perché la besciamella all'olio fatta con l'olio toscano non mi piace, è troppo forte. Già che c'ero ci ho messo una puntina di curry hand made, nella salsa, per dargli un colorino più gradevole e un profumo, ma più un'idea di profumo (idea che ho copiato da Julia Child).

Insomma, alla fine sono venute buone. Sono piaciute anche al marito, che è davvero tutto dire.
E così, oltre al prosciutto cotto e carciofi, ci saranno anche quelle ai broccoli e salmone.

Ma sono fuori concorso. Sono fuori concorso perché ho tirato una sfoglia da 550 g di farina e 6 uova (le farine senza glutine "tirano" più uova di quelle normali), avevo gente a cena e già che c'ero volevo farne una teglia di scorta per le giornate in cui sono di fretta: non si fanno le lasagne contate, ricordo bene il messaggio della nonna. Solo che io non sono una zdaura come la nonna. E non ho una spianatoia come quella della nonna, ma solo il piano di lavoro della cucina, di 60 cm. Quindi ho diviso la mia sfoglia in palline, con l'intenzione di tirarle una dopo l'altra. Tira la prima, tira la seconda... Alla fine non ce la facevo più: le mie braccia e le mie mani erano tutte doloranti.
Così ho gettato la spugna, o meglio il mattarello, e tirato fuori l'Imperia. Avrei potuto barare, oppure selezionare per le lasagne che ho fatto per voi quelle con la sfoglia tirata a mano, ma mi sono detta che non era giusto. Se io non ce la faccio a tirare 6 uova di sfoglia a mano, lo devo dire. Quindi sono fuori concorso.  Pace (tanto non avrei vinto lo stesso, ho visto cose meravigliose a questo giro). Almeno non ho saltato la lezione di ottobre del corso di cucina personale: certo, le lasagne le sapevo fare anche prima, ma magari l'idea di farle così non mi sarebbe mai venuta.

La prossima volta il curry lo metto anche nella sfoglia, così per una volta avrò fatto le lasagne uguali a quelle della super-espertona Mapi

Mi scuso anche per le foto, ma le lasagne le ho fatte due giorni fa, e sono riuscita a fotografarle solo oggi.
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Lasagne con broccoli e salmone e vellutata leggera di pesce al curry

lasagne broccoli e salmone

Lasagne con broccoli e salmone e vellutata di pesce all'olio di oliva


Ingredienti
(per cinque persone)
Per la sfoglia
  • 280 g di farina per pasta fresca (io oggi Senz'Altro) (¶)
  • 3 uova
  • un pizzico di sale
Per la vellutata di pesce
  • 1 gallinella piccola
  • 3 piccoli pezzi di pesce quel che è (a me hanno dato 3 pezzi di branzino) 
  • 1 cipolla steccata con 3 chiodi di garofano
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • un mazzetto di gambi di prezzemolo legati fra loro
  • 1 cucchiaino del misto spezie (vedere sotto)
  • 100 g di amido di mais (¶)
  • 80 g di olio extra-vergine di oliva del Garda
Per il finitura
  • 600 g di salmone in trancio
  • 4 broccoli di medie dimensioni
  • pangrattato
Per le spezie
  • 3 capsule di cardamomo 
  • 4 chiodi di garofano 
  • 1 pezzettino di macis
  • 1 stecca di cannella di 2 cm 
  • 1/2 cucchiaino di semi di coriandolo
  • 1/2 cucchiaino di semi di cumino
  • 1 cucchiaio di curcuma in polvere (¶) 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.  
Procedimento
La sfoglia  
Sulla spianatoia fare la fontana con la farina, mettere nel mezzo le uova leggermente sbattute (in realtà come dicevo sopra io ho fatto una sfoglia da 6 uova, e ci ho ricavato queste lasagne per 6, un'altra teglia di lasagne più piccola e una teglietta di 12 cannelloni) e cominciare al impastare, prima raccongliendo al centro la farina dai bordi e quindi, quando le uova sono tutte assorbite, impastando energicamente finché non viene fuori una palla elastica e omogenea. Far riposare una mezzoretta in un sacchetto di plastica, quindi tirarla con il mattarello sulla spianatoia di continuo infarinata (io, come dicevo, ho fatto per metà così e per l'altra metà ho usato l'Imperia. 

sfoglia mattarello 

Per darvi un'idea dello spessore, erano tutte uguali, quelle tirate a mano e quelle con l'Imperia e sono arrivata alla tacca 2, quindi piuttosto sottile).
Dalla sfoglia così tirata ho ritagliato delle striscie più o meno rettangolari, larghe circa 7 cm e lunghe 12 cm, ma in realtà non ce n'era una che fosse uguale all'altra :-)
Le ho lasciate mezza giornata su dei vassoi di cartone, ricoperte con della carta forno, non perché sia necessario ma perché nel frattempo sono dovuta uscire. Si sono seccate un po' troppo, ma in cottura non ne hanno risentito


lasagne crude  

Le spezie
Ho messo tutto nel mixer e l'ho fatto andare in modalità pulsata finché non ho ottenuto una polvere fine. Ovviamente ne serve molto meno, quello che avanza lo conservo per futuri utilizzi.

La vellutata di pesce
Ho in una pentola capace ho messo i pesci puliti, la cipolla steccata, la costa di sedano e la carota mondate, e il prezzemolo, ho coperto d'acqua e ho fatto cuocere pian piano finché il pesce non era cotto e il brodo abbastanza denso e profumato (meno di un'ora).
Ho messo da parte, e quando si è raffreddato un po', l'ho filtrato con un colino a maglie fini ricoperto con una garza di cotone. Ho fatto raffreddare definitivamente.

In un'altra pentola, più piccola, ho messo l'amido di mais, un cucchiaino di polvere di spezie e un paio di mestoli di fumetto. Il problema a cui non avevo pensato è che amido di mais + acqua dà luogo a un fluido non newtoniano (come già segnalato altrove) quindi quando si mescola oppone resistenza. Ma almeno non fa grumi. L'unica cosa da fare è diluirlo parecchio, cosa che ho fatto, aggiungendo circa 1,1 l di fumetto. Quindi l'ho messo sul fuoco a fiamma bassa e, sempre mescolando, ho fatto prendere un lieve bollore: l'amido è gelificato, ho continuato a cuocere qualche minuto e poi a freddo ho aggiunto l'olio di oliva. Ho mescolato energicamente e la vellutata era pronta. Niente sale, che ho messo sul resto.
Tenere da parte.

Composizione delle lasagne
Ho affettato il trancio di salmone a fette sottili, come se fosse salmone affumicato per intenderci, e le ho messe in un piatto.
Ho lessato a vapore, molto al dente, le cimette dei broccoli, ovviamente dopo averle lavate. Una volta pronte ho messo da parte anche loro.

In un pentolone molto capace ho fatto prendere il bollore a parecchia acqua con un pizzicone di sale.
Quando ha cominciato a bollire ho abbassato il fuoco e ho cotto 4 alla volta le lasagne. Quando erano cotte, molto al dente, le ho tolte dal pentole e messe in una ciotola con acqua fredda per fermare la cottura, e quindi le ho stese su un canovaccio pulito, e ho proceduto così fino al completamento delle lasagne.

Ho versato sul fondo della lasagnera un sottile strato di vellutata di pesce, ci ho messo sopra uno strato di lassagne, quindi altra vellutata, ho ricoperto con il salmone a fette e le cimette dei broccoli, un bel pizzico di sale e via che si ricomincia. Non sono venuti tantissimi strati perché sia i broccoli che il salmone occupano spazio in altezza e non volevo delle torri di lasagne.

Sull'ultimo strato di lasagne ho versato un sottilissimo strato di vellulata, ho cosparso con un po' di pangrattato e ho messo in forno preriscaldato a 180° C a metà altezza. Tempo di cottura: 40 minuti circa.

Una volta tolte dal forne le ho fatte riposare per una decina di minuti, e quindi le ho sporzionate e servite.

Buone, veramente. Peccato per il fuori concorso.

Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 42 di ottobre 2014 dell' MTC.
La ricetta originale di Sabrina Gasparri del blog Le madeleines di Proust

http://lesmadeleinesdiproust.blogspot.it/2014/10/mtchallange-n-42-sua-maesta-la-lasagna.html

lunedì 20 ottobre 2014

Jaffa Cake, una sontuosa torta di Jamie Oliver


Jaffa Cake

A me il cioccolato non piace.

Però mi piacciono i dolci, in particolare mi piace imparare sempre nuove tecniche, per vedere di porre rimedio alla mia ben nota strafalcioneria.

Insomma, questa settimana vi propongo una torta da favola.

I Jaffa Cakes sono dei biscottini della McVitie che risalgono addirittura al 1927. Sono biscottini con una base tipo pan di Spagna, uno strato di marmellata di arance amare e ricoperti al cioccolato.
Il realtà non li fa solo la McVitie. Anche perché il nome non è sottoposto a copyright, quindi nel mondo anglosassone si trovano, proprio sotto questa denominazione, anche di molte altre marche.
E identici, sebbene con un nome diverso, li fa anche la Balhsen, Messino si chiamano.
Mi incuriosiva l'idea di rifarli in casa. Perché mi incuriosisse, non lo so. Il binomio arancia-cioccolato, un vero classicone che io ho sfruttato più volte, in realtà non mi appassiona. Mi piace al primo assaggio, ma alla fine mi lascia in bocca un sapore che non amo. A ben vedere, il problema per me è il cioccolato, che non è decisamente nelle mie corde.
Comunque l'idea di rifare questi biscotti mi intrigava.

Jaffa Cake






Questa torta del diabolico Jamie riprende l'idea dei biscotti, dei quali peraltro sul suo sito riporta pure una ricetta, ma elaborandola a mo' di torta dal sapore, e aspetto, un po' austro-ungarico, che ricorda da un lato la Sacher, ma dall'altro, con tutti questi strati di Pan di Spagna, anche la Dobos.

In più, il diabolicissimo Jamie aveva portato alle estreme conseguenze le suggestioni medio-orientali presenti già nel nome della torta, inserendo fra gli ingredienti nientepopodimeno che del marzapane. Una cosina leggerina, insomma. Non a caso nel libro ci dice che fornisce 482 calorie a fetta. Mi sento già male al pensiero di averne mangiate due, oggi...

Ma il davvero tremendamente diabolico Jamie aveva adottato una soluzione ganzissima per cuocere questa torta, per la quale dice di essersi ispirato appunto a un dolce tedesco, che però ignoro quale sia: invece che fare un unico Pan di Spagna e tagliarlo dopo cotto, come nelle torte a strati americane, oppure fare tanti sottili strati di biscuit, come nella Dobos, Jamie taglia corto, e ci fa fare tutto insieme. Uno strato, infornare, spalmare con marmellata o cioccolato fuso, un altro strato, infornare, e così via.
Laborioso, ma decisamente più veloce rispetto a montare il tutto dopo.
Ma così facendo non si rischia di bruciare gli strati inferiori? No, perché il diabolico re del paese dei diabolici Jamie ci fa cuocere la torta in modo molto anarchico e inconsueto, cioè sul ripiano più alto del forno, con il grill acceso!
Ditemi voi se non è una ganzata!
Non a caso lo stesso Jamie commenta

It's a really fun and satisfying process - the comfort is definitely in the making.
E non posso che convenire con lui, è divertente, e dà parecchia soddisfazione vedere la torta che letteralmente cresce strato dopo strato davanti ai tuoi occhi.


La ricetta è in realtà una tedescheria, come direbbe l'Artusi, si chiama baumkuchen e l'aveva pubblicata tempo addietro anche Cristina di Vissi d'arte e di cucina e anche mamma Iana.

Jamie dice che piacerà a grandi e piccini. A casa mia arance e cioccolato è un accostamento che ai piccini non piace per niente, quindi ho dovuto fare anche un'altra torta (...) ma ai grandi... sì, direi proprio che ai grandi è piaciuta :-)

E non mi dite che non piace anche a voi, bella com'è!

No, non posso ancora. Devo parlarvi delle dosi. La ricetta originale era per 16 persone, e prevedeva 10 uova. Mi sembrava decisamente troppo per le nostre esigenze e ho ridotto. Sì, ma come?
Parlava di uno stampo da 23 cm di diametro, e io ho pensato di usarne uno da 20 cm.
Come si fa?
Da professoressa di matematica e fisica quale io sono, ho considerato che se riduco il diametro della tortiera di un certo fattore, il volume della torta, e quindi le dosi degli ingredienti, non si riducono dello stesso fattore, ma dello stesso fattore al cubo.
Se non capite perché pensate a un cubo. Se dimezzo il lato del cubo, dato che il lato compare, nel calcolo del volume, al cubo, il volume di ridurrà non alla metà ma a 1/8.

Quindi nel mio caso dovevo ridurre le dosi della torta di questo fattore

La cosa è abbastanza sconcertante, per chi non ha dimestichezza con le cose matematiche: si riduce il diametro della tortiera di 3 miseri centimetri, e gli ingredienti si riducono di 1/3.
Comunque non vi preoccupate, le dosi le ho calcolate io per voi :-)

Ecco, oggi avevo proprio voglia di farvi perdere un po' di tempo...

Jaffa Cake 

Ingredienti
Per una tortiera da 23 22 cm di diametro
225 150 g di burro non salato
300 200 g di marzapane (¶) **
100 66 g di panna liquida
225 150 g di zucchero semolato vanigliato (lo faccio in casa conservando lo zucchero in un barattolo dove tengo anche le bucce esterne dei baccelli di vaniglia di cui via via uso i semini)
10 6 uova grandi
½ cucchiaino di estratto di vaniglia
1 arancia
150 100 g di farina auto-lievitante (io 60 g di farina di riso (¶) + 40 g di fecola di patate (¶) a cui ho unito 3 g di lievito per dolci (¶))
100 66 g di amido di mais (¶)
150 100 g di marmellata di arance amare (¶)
25 15 ml di whisky
300 200 g di cioccolato fondente (70% di cacao) + altro cioccolato per la finitura (¶)
40 g di zeste d'arancia candite (¶)
1 pizzico di sale 1 cucchiaino di limone

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.

Procedimento
Preriscaldare il forno, modalità grill, a temperatura medio-alta.
Imburrare e infarinare una tortiera da 23 20 cm di diametro con il fondo sganciabile piuttosto profonda.
Fare a pezzi il marzapane e mescolarlo velocemente con una spruzzata di panna,
175 115 g di burro e lo zucchero nell'impastatrice, finché non diventa un composto chiaro e cremoso.
Separate i tuorli dagli albumi, quindi incorporare, sempre sbattendo, i tuorli al composto, uno alla volta. Unire quindi l'estratto di vaniglia (che io non ho messo, usando questo splendido zucchero vanigliato home made), il resto della panna e la buccia dell'arancia grattata.
Setacciarvi sopra la farina mescolata all'amido di mais, e incorporarli mescolando a grandi gesti, dal basso in alto, con un grande cucchiaio.
Sbattere gli albumi a neve ben ferma con
un pizzico di sale un cucchiaino di limone, qindi unirli delicatamente all'impasto della torta.
Sciogliere a bagnomaria la marmellata d'arancia amara (io nel micro-onde) allungandola con il whisky e, sempre a bagnomaria (io sempre nel micro-onde) fondere 10066 g (in in realtà 100 g) di cioccolato con
2516 g di burro. Tenere da parte sia la marmellata che il cioccolato fuso.
Versare nella tortiera con un mestolo una quantità di impasto appena sufficiente a coprire il fondo, e stenderla uniformente (il mio impasto pur molto morbido non era così fluido da poter essere versato con un mestolo, ma non mi sembra che questo abbia compromesso la riuscita della torta).
Infornare nel ripiano più alto, giusto sotto il grill, e far cuocere 3 o 4 minuti, comunque il tempo necessario perché la superficie sia ben dorata, altrimenti, come ci dice giustamente lui, se la superficie non sarà ben colorita gli strati, una volta montata la torta, non si vedranno, diventeranno un tutt'uno. Una volta cotto il primo strato, versarci sopra un altro strato sottile di impasto e farla cuocere allo stesso modo, e continuare così, alternando strati di impasto con sottili strati di marmellata o cioccolata, via via che si procede.
Completare con l'ultimo strato di impasto e, quando anche questo è cotto, spalmarlo abbondantemente con la marmellata, far passare un coltello tutto intorno alla torta, per staccarla dal bordo della tortiera e lasciarla raffreddare completamente, quindi coprire con la pellicola e mettere in frigo per qualche ora (io una nottata).

Un paio di ore prima del servizio, sciogliere il cioccolato rimanente (io 150 g) con il burro rimasto (io avevo 50 g di panna avanzata dalla preparazione di un altro dolce e ho preferito usare questa, per non buttarla) a bagnomaria (io sempre nel micro-onde). Quando è ben lucida, lasciarla riposare cinque minuti.
Nel frattempo, togliere la torta dallo stampo, facendola scivolare sul piatto di servizio, quindi versarci sopra il cioccolato fuso spargendolo in modo il più possibile uniforme con una spatola, e lasciandolo colare anche sul bordo.
Lasciarla riposare fuori dal frigo e servirla con zeste d'arancia candite ed eventualmente riccioli di cioccolata.

Io le zeste d'arancia candite le ho fatte da me, togliendole con un rigalimoni da un'arancia non trattata, tuffandole per pochi minuti in acqua bollente e quindi facendole candire in uno sciroppo fatto con zucchero e un goccio d'acqua, in quantitativi rigorosamente occhiometrici fino a che lo zucchero resta sciropposo e non comincia a caramellare. Quindi le ho messe su un piatto e fatte raffreddare fino al momento di usarle.

Anche il marzapane me lo sono fatto da sola, ma non con l'albume, semplicemente tritando insieme nel mixer 125 g di mandorle, 125 g di zucchero a velo, qualche goccia di limone, un cucchiaino di miele fluido e neutro e quel tanto di acqua necessaria per ottenere un impasto che stia assieme.


NOTE Ed ecco le mie note -DOSI: Si parla di una torta per 16 persone, e di uno stampo da 23 cm di diametro. Io che 16 persone non ce l'avevo a cui darlo, ho ridotto le dosi nel modo che vi ho spiegato sopra. Però quando mi sono trovata l'impasto nella ciotola mi sono detta che nella mia tortiera da 20 cm di diametro, che non è altissima, non ci sarebbe mai entrato, e ne ho usata una da 22 cm. Mi sono venuti 5 strati di impasto, e se confronto la foto della mia torta con quella del libro, non è che ci sia poi quella gran differenza. Questo per dire che secondo me le dosi di Jamie sono state date con una certa disinvoltura, come minimo.



mercoledì 15 ottobre 2014

Il dolce gluten free, il mio libro sui dolci senza glutine


Dice che sia uscito oggi.
Dice perché io, che ho riletto le bozze centomila volte invece che godermi il caldo sole dell'estate (che non c'è stato, quindi mi sono persa poco e nulla), la copia stampata e finita mica l'ho ancora vista!
Però è una creatura tutta mia, da capo a piedi, foto comprese (!!!).

Insomma, per essere una blogger strafalciona non credo di potermi lamentare proprio per niente.

Come i più intelligenti di voi potranno evincere dal titolo, è un libro sui dolci, dolci senza glutine per la precisione. Molti già pubblicati sul blog, molti inediti, tutti provati e riprovati in modo ossessivo, perché chi mi conosce ben sa a quali vette di insicurezza io possa arrivare.

È un libro gaiesco, con poche invenzioni creative e molti dolci della tradizione, un po' prolisso malgrado il salvifico intervento dell'editor, ma ragionevolmente onesto.

Un dolce sulla pasticceria senza glutine, ma quella fatta in casa.

È l'ennesimo libro di una blogger, senza glutine per giunta che è il massimo del cool.

L'editore è GIUNTI DEMETRA, che ringrazio per la fiducia.

Insomma, se proprio vi avanzano 12€ potreste pure comprarvelo. Anzi, 10,97€: è uscito solo oggi ed è già a sconto! Sarà un segno?

http://www.giuntistore.it/salute-e-benessere/pasticceria-gluten-free-19774

Faccio parecchio la disinvolta, ma in realtà sono emozionatissima e molto molto contenta.

Se ripenso al giorno in cui ho aperto il blog, ai mille esperimenti falliti, alle frustrazioni che mi hanno generato le nostre farinacce, non mi sembra quasi vero.

La cosa bella è che oggi è il compleanno di mio figlio, e della mia professoressa delle medie che molto ha contribuito a fare di me quella che sono, quindi sono due volte felice che il libro esca proprio oggi.
Grazie Maria Teresa!

La finisco qui, che per essere un post senza ricette mi sembra anche troppo lungo.

Il libro è in libreria, è sui principali portali online, se vi interessa, lo potrete trovare molto facilmente.

Il dolce gluten free
Pasticceria senza glutine fatta in casa
di Gaia Pedrolli
Giunti Demetra


venerdì 10 ottobre 2014

Danubio senza glutine per il GFFD

danubio

Ai tempi dell'MTC sul Danubio avevo fatto un dolce, il buchteln.
E il Danubio? Il Danubio aspettò. Anche perché all'epoca la planetaria non ce l'avevo, e molta fatica si faceva a fare il Danubio.
Adesso la planetaria c'è, e sarebbe l'ora di pubblicarlo, il Danubio.
La ricetta è la stessa di allora, quella di Peperoni e patate che avevo a suo tempo sglutinato.
Questa volta al posto del mix per dolci lievitati e brioche di Olga e Manu, ho voluto problema il mix per dolci lievitati del mulino Dallagiovanna, che mi sembra una gran bella farina.
L'unica differenza, rispetto alla vecchia ricetta, è stata la necessità di aggiungere un po' più di liquidi, perché l'impasto era veramente sodo.
Per il resto, tutto perfetto.
L'ho farcito con quello che avevo in casa, mozzarella e prosciutto cotto, e non sono riuscita a fotografare l'interno, perché è stato il pranzo di oggi, che i miei figli affamatissimi appena tornati da scuola e una loro amica si sono divorati senza darmi il tempo di fare nessuna foto. A stento sono riuscita a fare quella che vedete sopra.

La ricetta è una delle tante ricette che potrete trovare sul mio nuovo libro Il pane gluten free.


Il pane gluten free
Pubblicato da Giunti Editore


Danubio 
Ingredienti
  • 250 g di mix per dolci lievitati del mulino Dallagiovanna (¶)
  • 160 ml latte
  • 40 g di strutto
  • 10 g di burro
  • un pizzicone di sale
  • 1 cucchiaino di zucchero muscovado
  • 1 uovo + 1 tuorlo
  • 15 g di lievito di birra secco
  • 125 g di mozzarella
  • 100 g di prosciutto cotto
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.
Preparazione 
BuchtelnSciogliere il lievito di birra nel latte tiepido insieme al cucchiaino di zucchero muscovado nella ciotola dell'impastatrice. Aggiungere pian piano la farina, precedentemente setacciata, e cominciare ad impastare con il gancio a foglia. Unire l'uovo intero sbattuto insieme al tuorlo e al sale.
Impastare di nuovo finché l'uovo non sia perfettamente assimilato all'impasto.
Unire quindi lo strutto e il burro a temperatura ambiente, non tutti insieme, ma in tre passi, amalgamando perfettamente ogni dose di grasso all'impasto prima di aggiungere la successiva.
Cambiare il gancio e continuate ad impastare per una decina di minuti buoni, poi coprirlo e lasciarlo lievitare al calduccio fino al raddoppio (ci vorranno un paio d'ore).
Tritare grossolanamente il prosciutto cotto e tagliare la mozzarella piccoli dadini. 
Quando è raddoppiato sarà più lavorabile. Formare un salsicciotto, da cui si taglieranno delle pezzi di circa 35 g l'uno, con cui si formano delle palline. Schiacciare le palline, fino ad ottenere un cerchio di qualche mm di spesso, mettere nel mezzo un po' di prosciutto cotto tritato e delle mozzarella (abbondare!), e richiudere a formare un sacchettino.

Mettere le palline così ottenute in una teglia (io 26 cm di diametro) imburrata e infarinata (io con farina di riso), in modo che non si tocchino, e far rilievitare un altro po' (io quasi due ore) nel forno con la sola lucina accesa, fino al raddoppio.

Spennellare con un tuorlo sbattuto in un po' di latte e infornare nel forno preriscaldato a 200° C sul penultimo ripiano dall'alto.

Ci vorranno 20-25 minuti di cottura.

Si possono mangiare caldi, tiepini ma anche freddi.

Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day

una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.


I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

mercoledì 8 ottobre 2014

Baci di dama senza glutine e #haivolutolabicicletta


Aggiornamento impegni.
Questa settimana ci sono le verifiche: sei classi, sette materie, ergo sette verifiche, una al giorno compresi sabato e domenica :-)
La settimana prossima consigli di classe: uno al giorno o quasi, così non mi annoio.
Già faccio scuola in tre plessi diversi, quindi non mi annoiavo nemmeno prima.
Dato che non bastava, mi sono messa pure a seguire un corso di aggiornamento.
Una cosina light, tutti i martedì pomeriggio di qui a Natale.

Ma si sa, i professori non fanno un ciufolo dalla mattina alla sera.

Sabato e domenica c'è l'apertura dell'anno scout, ovviamente si va, il prossimo fine settimana c'è il compleanno di mio figlio.

Poi fra breve partirà il corso sulla LIM.

Per ribadire: motto dell'anno? #haivolutolabicicletta

Però abbiamo anche trovato il tempo di andare a camminare.

A me camminare mi rimette al mondo.



Poi... poi... poi...

E poi succederà anche un'altra cosa.
Bella e per la quale non devo fare fatica.
L'ho già fatta quest'estate, per questa cosa, la farica.

Anche questi biscottini li abbiamo fatti quest'estate.

Provati più e più volte perché non mi convinceva mai la ricetta.

Alla fine, questa mi ha convinto.

Questa quale? Ma questa!

baci di dama

Baci di dama
Ingredienti
(per circa 20 baci di dama) 
    Per l'impasto
    • 50 g di zucchero semolato
    • 50 g di nocciole spellate e tostate (¶)
    • 45 g di burro freddo
    • 25 g di farina di riso (¶)
    • 20 g di amido di mais (¶)
    • 10 g di fecola di patate (¶)
    • 1 g di xantano (¶)
    • 1 pizzico di sale
    Per la farcia
    • 50 g di cioccolato fondente (¶)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.

    Tempo di preparazione: 30 minuti +  il riposo in frigorifero
    Tempo di cottura: 15-17 minuti 


    Preparazione
    Mettete le nocciole in freezer per un'ora, quindi tritatele fini nel mixer usato a intermittenza insieme a un paio di cucchiai di zucchero tolti dal totale.
    Mettete nell'impastatrice lo sfarinato di nocciole, il burro freddo, la farina di riso, gli amidi, lo xantano, lo zucchero rimasto e il pizzico di sale, e azionatela per il tempo necessario ad amalgamare il tutto.
    Fate la palla, avvolgetela nella pellicola e mettete in frigorifero per un'ora buona.

    Quando l'impasto si è ben rassodato, fate delle palline grandi poco più di una nocciola, adagiatele su una placca da forno rivestita di carta forno e rimettetele a raffreddare in frigorifero per un'altra ora, o anche di più.

    Un'ottima alternativa che permette di accorciare i tempi è quella di usare il freezer al posto di entrambi i passaggi in frigorifero.

    Preriscaldate il forno a 150° C.

    Quando il forno è a temperatura infornate a metà altezza e cuocete i baci di dama per per 15-17 minuti circa: non devono scurire, solo dorare.
    Appena estratti dal forno saranno molto delicati, lasciateli freddare prima di spostarli, e comunque maneggiateli con cura, meglio ancora se con una paletta per dolci.
    Una volta freddi sciogliete il cioccolato nel microonde a bassa potenza o a bagnomaria, tuffateci la parte piatta dei biscotti e saldateli a due a due. Aspettate che il cioccolato si solidifichi prima di mangiarli.

    Note
    I baci di dama sembrano facili ma sono infingardi: fondamentali i due passaggi in frigo, prima e dopo la formatura, per evitare che, una volta infornati, si spatascino miseramente e allora... addio baci di dama!
    Se mai doveste incappare nello spatasciamento, non buttateli: non saranno baci, ma saranno buoni comunque, come biscottini alle nocciole.
    Si possono fare anche salati, per un buffet, vengono ottimi. Li trovate qui.

    I baci di dama sono anche sul libro
    Quale libro? Ma il mio.



    http://www.amazon.it/dolce-gluten-free-Pasticceria-glutine/dp/8844044838/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1415356382&sr=1-1&keywords=il+dolce+gluten+free

    venerdì 3 ottobre 2014

    Pain d'epi di Sonia per il GFFD

    pain d'epi

    Quest'anno, un cambiamento radicale: ho cambiato materia e pure scuola.

    Una cosa che andava fatta, se non volevo restare nel girone dantesco delle prime tutta la vita.

    Chi insegna sa bene quanto sia impegnativo insegnare nelle prime, e i frutti si colgono nel tempo. Se insegni solo nelle prime, i frutti non li cogli mai. Una gran fatica per scolarizzarli, insegnar loro come si sta a scuola (ogni volta che cambiano ordine di scuola sembra che i ragazzi si dimentichino regole, metodi di studio, impegno... ) poi arrivavo alla fine dell'anno, e consegnavo idealmente i miei alunni in mano altrui.
    Certo, li continuavo a vedere per i corridoi, ma non era la stessa cosa.

    Adesso invece posso insegnare in tutte le classi, dalla prima alla quinta. Non ci si annoia: i programmi cambiano da una classe all'altra, insegno due materie, insomma, dal punto di vista della didattica è un grosso passo avanti, che sono contenta di aver fatto, e che so che dovevo fare.
    Sto facendo anche molta fatica, studio molto, e sono sempre un po' in ansia.
    Però anche questo era da mettere nel conto. 

    Il fatto è che la mia vecchia scuola mi manca.
    Mi mancano i colleghi, con alcuni dei quali si era instaurata una vera e propria amicizia: anche qui mi sembra ci siano dei colleghi carini, ma ci vorrà del molto tempo prima di sentirmi di nuovo a casa come nella vecchia scuola.
    Mi mancano gli alunni, che sì non studiavano, sì avevano un sacco di problemi, sì a volte reagivano male, ma sapevano come colpire al cuore.

    Insomma, sono contenta di questo cambiamento, ma sento tanto la mancanza di quello che ho lasciato.

    ...

    E soprattutto ho sempre un sacco da fare, per cui questo blog langue in modo vergognoso. 

    Vediamo se oggi, in camera caritatis, riesco a pubblicare un post.

    Più in camera caritatis di così!!!!

    La ricetta è della grandissima Sonia, un pane morbidissimo e profumatissimo che ho già rifatto un paio di volte. Grazie Sonia.
    Ho cambiato un po' le farine usando quelle che avevo.
    Anche lo strutto non ce l'avevo, e ho usato l'olio.
    Il suo era sicuramente più bello.

    Pain d'epi
    Ingredienti
    • 200 g farina per pane Nutrifree (¶)
    • 100 g farina per pane e pizza Aglutèn (¶)
    • 100 g di farina Glutafin select  (¶)
    • 320 g acqua circa
    • 10 g lievito di birra (io 4 g di lievito di birra disidratato)
    • 4 g sale
    • 30 g olio extra vergine di oliva
    • olio d'oliva per ungere
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.
     
    Preparazione
    Per la descrizione del procedimento lascio la parola a Sonia
    Versare le farine nella ciotola dell'impastatrice, azionarla e versare gradatamente l'acqua in cui è stato sciolto il lievito.
    Appena l'acqua è del tutto assorbita, versare l'olio e il sale. Fare impastare qualche minuto affinchè tutto sia ben assorbito. Infarinare il piano di lavoro e versarvi l'impasto.
    Infarinare leggermente le mani e lavorare la pasta finchè non diventa ben liscia.
    Darle la forma di un filone, sistemarlo sulla placca da forno ricoperta da carta forno e coprirlo con pellicola trasparente oleata con olio d'oliva.
    Lasciare lievitare circa 30/40' (non deve perdere la forma o allargarsi troppo).
    Infarinare le forbici, compattare il filone e praticare dei tagli (vedi foto), spostando i vari pezzi una volta a destra e l'altra a sinistra.
    Accendere il forno a 200°, ungere la superficie del pane con olio d'oliva, spolverizzare con farina setacciata e cuocere per 20', poi alzare la temperatura a 250° e cuocere ancora 10' perchè colorisca in superficie.

    Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day

    una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.


    I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

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