venerdì 30 maggio 2014

Pane bianco comune per il #GFFD

Pane bianco comune con farina Dallagiovanna

Il fatto che io mercoledì abbia pubblicato un post e mi sia dimenticata di dire che era il mio compleanno la dice lunga sul mio stato di confusione mentale.

Oggi riesco a pubblicare solo a quest'ora assurda, ora in cui nessuno legge i post soprattutto di venerdì e che quindi non favorisce la crescita e il successo di questo agonizzante blog.

Insomma, una strategia di auto-promozione veramente efficace :-)

Però il #GFFD non me lo voglio perdere. E questo pane merita di essere pubblicato. Basta guardarlo per capirlo.

La ricetta è una delle tante ricette che potrete trovare sul mio nuovo libro Il pane gluten free.


Il pane gluten free
Pubblicato da Giunti Editore


Pane bianco comune con farina Dallagiovanna
Ingredienti
  • 500 g farina per pane e pizza del Molino Dallagiovanna
  • 400/430  g di acqua tiepida
  • 5 g di lievito di birra secco
  • 30 g di olio extra-vergine di oliva
  • 1 cucchiaino di miele
  • 10 g di sale
  • farina di mais finissima per la spianatoia
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Semplicissimo.
Sciogliere il lievito in 400 g di acqua tiepida con un cucchiaino di miele e un cucchiaio di farina. Mescolare. Quando fa la schiumetta aggiungere il resto della farina setacciata e cominciare ad impastare (io in planetaria con gancio K).
Decidere se bisogna aggiungere un altro po' d'acqua oppure no. Io amo gli impasti idratati, ma non deve essere troppo morbido. 
Quando l'acqua è stata assorbita dalla farina aggiungere il sale e l'olio.
Continuare ad impastare per una decina di minuti.

Far lievitare coperto (io nella ciotola della planetaria) finché non raddoppia o anche triplica.

Rovesciare sulla spianatoia infarinata con farina di mais finissima. Sgonfiare, dare qualche piega del secondo tipo, schiacciare l'impasto, togliere una pallina di impasto e arrotolarlo a formare il filone.

Metterlo a lievitare in un cestino di lievitazione ovale infarinato sempre con farina di mais, con la chiusura sopra.

Mettere la pallina di impasto in un bicchiere di acqua. Quando viene a galla vuol dire che si è a buon punto della lievitazione: si può accendere il forno alla massima temperatura con la refrattaria o, se non la si ha, la leccarda dentro, all'ultimo livello in basso, e una teglia sul fondo.
Quando raggiunge la temperatura rovesciare il filone sulla refrattaria o la leccarda (che così avrà la chiusura sotto), fare qualche taglio trasversale e versare un po' d'acqua nella teglia, che così svilupperà vapore che favorisce la creazione di una crosta croccante e sottile.
Far cuocere 10 minuti alla massima temperatura quindi abbassare il forno a 200 ° C.
Cuocere in totale un'ora, e comunque finché il filone, tolto dal forno e battuto sul fondo, emette un suono cavernoso.
Far raffreddare su un tagliere di legno.


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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day, una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living, per condividere la buona cucina senza glutine con tutti, celiaci e non.

Le regole oramai dovreste saperle, ma vi lascio il nostro banner perché è sempre meglio ripetere.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

Semplice, no?

E allora, vi aspettiamo in tanti per il 100% Gluten Free (fri)Day! #GFFD

mercoledì 28 maggio 2014

Babà

babà

In questo periodo sono sempre di corsa, e, soprattutto, sempre alla rincorsa.

Quando Antonietta ha pubblicato la sua ricetta per la sfida di maggio sono stata felicissima, finalmente un lievitato. Mi piace un sacco sperimentare con i lievitati senza glutine, e il babà non l'avevo mai fatto. Che ci crediate o no, non l'ho nemmeno mai mangiato, neppure in versione glutinosa. Insomma, una scoperta su tutti i fronti.

Ho cominciato a pensare alla crema.
Ma quando sei sempre di corsa, e alla rincorsa, le idee non vengono.

Le idee vengono quando si lascia la mente libera di girellare a caso, quando ci si annoia, quando ci si perde.
Le idee sono figlie dell'ozio. Ancor meglio, della noia.
Se uno è sempre di corsa, alla rincorsa, le idee latitano. Magari si sarà molto reattivi, ci si darà da fare, si faranno cose, ma l'idea luminosa che ti svolta la giornata, la soluzione creativa a un problema, quelle no, non vengono fuori dallo stress, ma dal suo contrario.
Su questo dovremmo riflettere più spesso noi genitori di figli a cui riempiamo le giornate di attività extra-scolastica, ma ci dovrebbero pensare anche i manager aziendali che pensano che spremendo come limoni i dipendenti si ottenga il massimo della produttività. Magari sarà produttivo, ma non è innovativo, e senza innovazione, senza idee nuove, le aziende, come le persone, non vanno avanti.

Tutto questo pippone pure un po' pretenzioso per dire che non c'è stato verso, non mi sono venute delle idee valide per questi babà. Le uniche idee che mi erano venute sono state via via "prese" da altri blog, e anche se non è proibito proporre soluzioni simili, a me non piace.

E poi c'era lei, la ricetta originale, che mi ronzava nella testa. Ma se io un babà non l'ho mai nemmeno mangiato, o non sarebbe meglio rifare prima di ogni altra cosa la ricetta della tradizione, e solo in un secondo momento gettarsi sulle sperimentazioni?

Sì, alla fine mi è parso decisamente meglio.
Così ho fatto i babà di Antonietta, versione con lievito di birra, con la farina per dolci lievitati del Molino Dalla Giovanna, che mi sembra abbia un'ottima resa, e li ho farciti con una crema pasticcera.
In realtà qui è saltato fuori il primo pasticcio, ché quando ho fatto la crema, e nel mentre parlavo con mia figlia, il tutto alle sette del mattino, mi sono lasciata andare la mano col latte.
Col risultato che è venuta una crema parecchio fluida, molto più di quanto avrei voluto. Una via di mezzo fra una crema pasticcera e una crema inglese.

A ulteriore riprova che quando si fanno le cose in fretta, e ci tirano la giacchetta da mille lati, diventa un po' difficile fare le cose. Non mancano solo le idee, ma anche la precisione, l'organizzazione, lo stile.

I babà non sono un lievitato qualunque: prima tre lievitazioni, poi cuoce, poi va bagnato, poi ricoperto di marmellata, poi bagnato con qualcosa di alcolico, e infine servito cosparso di una qualche crema.

Per organizzare i tempi di tutto questo ambaradan, e fare tutto per benino, ci vuole testa.

Io la testa non l'avevo a disposizione, e ho sbagliato sia la crema, sia le lievitazioni, che da tre sono diventate quattro.

Probabilmente finirò fuori concorso, e anche se non ci finissi, non cambierebbe molto, perché ho visto ricette molto professionali che a me mancano del tutto.
Sicuramente questi babà li riproverò.
Intanto ci tengo a fare i complimenti ad Antonietta perché è davvero un bellissimo impasto, di grande soddisfazione, anche in versione senza glutine.
Usciti dal forno erano di una morbidezza spaziale. Li ho preparati il giorno dopo, e devo ammettere che avevo perso la loro verve, cosa purtroppo molto frequente nei lievitati senza glutine, soprattutto quelli briosciati.  Li ho messi qualche secondo nel micro-onde per rivitalizzarli e si sono ripresi molto bene.

Babà senza glutine con crema morbida

babà

Ingredienti
(per sei persone)
Per i babà 
  • 300 g di farina per dolci lievitati del Molino Dalla Giovanna (¶)
  • 160 g di latte 
  • 100 g di burro  
  • 3 uova grandi 
  • 25 g di zucchero 
  • 10 g di zucchero di birra fresco (io 5 di quello liofilizzato)
  • 1/2 cucchiaino di sale fino
Per la bagna
  • 1 l di acqua
  • 400 g di zucchero 
  • 1 limone non trattato
Per la crema
  • 300 g di latte
  • 2 tuorli
  • 2 cucchiai colmi di zucchero
  • 2 cucchiai colmi di amido di mais (¶)
  • 1 limone
Per la finitura
  •  250 ml di rhum
  • 100 g di amarene sciroppate (¶)
  • 3 cucchiai di gelatina di albicocche

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE, oppure il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.


Preparazione
Prearare i babà 
Lievitino
Sciogliere il lievito di birra in 90 g di latte tiepido e 1 cucchiaino di zucchero preso dal totale e impastarli con 70 g di farina, tutti presi dal totale degli ingredienti.
Lasciar lievitare fino al raddoppio, coprendo la ciotola con un telo inumidito.

Primo impasto
Sbattere leggermente le uova per rompere i legami e aggiungerci 40 g di latte tiepido (gli ultimi 30 si tengono da parte per aggiungerli alla bisogna, a seconda della consistenza dell'impasto, che non deve venire molle ma sostenuto).
Sciogliere il lievitino nel composto di uova e latte.
Versare nella ciotola della planetaria il resto della farina (230 g), fare la fontana, versarvi nel mezzo il composto di lievitino, latte e uova.
Far andare la planetaria (frusta K)
Impastare in planetaria una decina di minuti.
Coprire e lasciar lievitare per 60/90 minuti e comunque fino al raddoppio.

Secondo impasto
In una ciotolina lavorare il burro a pomata, impastandolo con il restante zucchero (20 g) e il sale. Aggiungerlo al primo impasto  una cucchiaiata alla volta facendo  assorbire bene  prima di aggiungere  la successiva (io sempre in planetaria). 
Lavorare per 5 minuti nella ciotola della planetaria, mettere il gancio per impastare e far andare per circa 15 minuti. 
Quando l'impasto è pronto procedere alla formatura. 
Io qui ho sbagliato, e ho fatto di nuovo lievitare l'impasto. 
Lievitava che era una meraviglia. 
Dopo un'ora, mi sono resa conto dell'errore e ho cercato di rimediare: ho staccato dalla massa dei pezzi di pasta schiacciandoli con pollice e indice, come volessi strozzarli, ottenendo così alcune palline, che ho messo a lievitare nuovamente direttamente negli stampini da babà mono-porzione precedentemente imburrati.
Coprire con un telo umido e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore (io una), fino a triplicare di volume.
Accendere il forno  a 220°, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 200° e cuocere per 25 minuti.
A cottura ultimata lasciar intiepidire per qualche minuti e poi capovolgere i babà in una ciotola larga e bassa.

Preparare la crema 
Scaldare il latte con le bucce del limone e spegnere quando accenna a bollire. Lasciarlo in infusione finché non si è raffreddato.
Mettere a scaldare la pentola con l’acqua che servirà da bagnomaria per cuocere la crema.
Nella pentola dove invece cuoceremo la crema mettere i tuorli, lo zucchero e la farina setacciata; con una frusta amalgamarli energicamente e incorporare il latte versato a filo, continuando a mescolare. Passare nel bagnomaria a fuoco dolcissimo.
Mescolare in continuazione per almeno 15 minuti e comunque fino a quando non avrà raggiunto la densità desiderata. Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare girando di tanto in tanto. Sarà piuttosto fluida.
Preparare la bagna
Versare l’acqua in una pentola, aggiungere lo zucchero e la scorza di limone, evitando accuratamente la parte bianca e lasciar sobbollire per 10 minuti.
Spegnere, lasciar intiepidire, passarlo attraverso un colino a maglie strette e versare sul babà ancora tiepido.
Dopo aver  versato lo sciroppo sopra i piccoli babà, rigirarli dentro di esso ogni 10/15 minuti e comunque finché al tatto non abbiano la consistenza di una spugna inzuppata. Scolarli dallo sciroppo e adagiarli su un piatto da portata.

Completiamo il babà
Scolare dal piatto lo sciroppo che sarà colato dai babà. Irrorarli con il rhum a proprio piacimento, spennellarlo con la gelatina di albicocche precedentemente sciolta a fuoco lentissimo, decorare con ciuffi di crema pasticcera e completare con le amarene sciroppate.

Con questa ricetta partecipo alla sfida di maggio 2014 dell' MTC.
La ricetta originale di Antonietta Golino del blog La trappola golosa

MTC di aqprile 2014

venerdì 23 maggio 2014

Quiche cipollotti e feta senza glutine per una scuola che cambia

Quiche con cipollotti e feta

Queste quiche sono un'ottima risorsa da portarsi dietro al lavoro, oppure da lasciare alla figlia quando si trova a mangiare da sola perché io sono a scuola.

Scuola.

Luogo di lavoro, ma anche punto di osservazione del mondo che ci circonda dei più privilegiati.
Vediamo in potenza gli adulti di domani.
Nelle scuole che frequento io, nemmeno tanto in potenza: non è raro trovare un ragazzo, o meglio sarebbe dire un giovane uomo, di 18 anni che frequenta la prima superiore!
I miei alunni sono quasi tutti stranieri.
Anche in questo una bella fotografia di quello che sta diventando il paese.
Sono belli, anche se molti di loro mi fanno spesso arrabbiare, e anche se nessuno studia.
Ma insegno in un professionale, dove che non studino è quasi scontato: se avessero voglia di studiare non sarebbero qui.
In effetti qualche mosca bianca che studia c'è.
Tipicamente quelli arrivati da poco in Italia, che nel paese di origine probabilmente erano motivati a scuola, ed avevano buoni risultati.
Quando sono arrivati in Italia, proprio per questo hanno scelto un liceo. Ma già all'iscrizione, o poco dopo l'inizio della scuola, sono stati gentilmente incoraggiati ad andarsene.
Perché sì, esistono i protocolli di accoglienza, i progetti interculturali, c'è l'obbligo di valutare tenere conto della situazione specifica del ragazzo, ma alla fine in certe scuole lo straniero arrivato da poco non sopravvive. Perché di fatto, malgrado le belle parole, nessuno si dà la benché minima pena di aiutarlo ad integrarsi, né tantomeno di insegnargli in modo che lui possa capire almeno un po'.
Invece nella mia scuola siamo costretti dagli eventi: quando in una classe hai 20 studenti su 20 che non parlano italiano, o trovi il modo di inventarti un'altra didattica, oppure potresti tranquillamente leggere il giornale tutto l'anno invece di fare lezione. Magari non se ne accorgerebbe nessuno, dato che i 20 studenti 20 che non sanno dirti "Ieri ho giocato alla play tutto il pomeriggio" di rivendicare i propri diritti non se ne parla nemmeno, però alla fine sarebbe noioso. 

Così ci si inventano le lezioni di fisica visuale, fatte tutte di disegni alla lavagna, foto sul cellulare (mio e loro, perché di LIM in queste male bolge ce n'è una in un remoto laboratorio di informatica, per accedere al quale bisogna fare domanda su modulo apposito da sottoporre alla vidimazione della Preside, e alla fine ti passa la voglia), parole tradotto Google Translate e Wikipedia alla mano, e poi l'aiuto della studentessa che parla sì cinese ma è nata qui, insomma, ci si arrangia.

Risultato finale? Che ho imparato un centinaio di parole in cinese. IO. Loro molte meno in italiano. Perché non studiano. Non si impegnano. Ma almeno non si sentono cacciati via. Sentono che questa scuola li accoglie come sono, si prende carico del loro problema, e in un modo o nell'altro questa benedetta lingua la impareranno, prima o poi.

Io, ai simpatici docenti dei licei che hanno cacciato la mia alunna bravissima che studia sempre e capisce le cose al volo, dico solo: non sapete cosa vi siete persi!

Questa ricetta si ispira ad una ricetta tratta da River Cottage Veg Every Day! di Hugh Fearnley-Whittingstall che è stato oggetto dello Starbooks di settembre 2013. Un libro che riprendo in mano molto spesso, e dal quale ho tratto più di una felice ispirazione, come queste quiche, appunto.

Quiche feta e cipollotti
Ingredienti
(per 6 piccole quiche mono-porzione)

Per la brisé
  • 75 di burro freddo + 1 noce per imburrare gli stampi 
  • 50 g di farina di riso finissima  (¶)
  • 30 g di farina di tapioca (¶)
  • 25 g di amido di mais (¶)
  • 15 g di fecola di patate (¶) 
  • 30 g di farina di grano saraceno (¶) 
  • 20 g di acqua fredda
  • 3 g di xanthano (¶)
  • farina di riso supplementare per la spianatoia (¶)
  • 1 pizzico di sale
Per la farcia
  • 140 g di panna liquida
  • 50 g di feta
  • 3 cipollotti 
  • 1 uovo
  • 1 tuorlo
  • olio extra-vergine di oliva
  • 2 rametti di timo 
  • pepe
  • sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Preparare la brisé
Sabbiare il mix di farine con il burro freddo a pezzettini e il pizzico di sale.
Aggiungere quel tanto di latte che basta per poter compattare la pasta (a me è bastato 20 g, potrà variare di poco).
Fare la palla, avvolgere con la pellicola e mettere in frigo a compattare per almeno un'ora.

Preparare la farcia
Scaldare un cucchiaio d'olio in una padella anti-aderente,
Mondare il cipollotto e tagliarlo a fischietti (anche un po' della parte verde).
Farlo sudare nella padella con l'olio qualche minuto, con un pizzico di sale e le foglioline dei rametti di timo.

In una terrina mescolare le uova, la panna, una spolverata di pepe e la feta sbriciolata. Aggiustare di sale.

Comporrele quiche
Togliere dal frigo la brisé, stenderla col mattarello sulla spianatoia infarinata.

Rivestire con la brisé gli stampini da quiche monoporzione precedentemente imburrati e infarinati (se, come i miei, sono anti-aderenti non importa).

Mettere sul fondo di ogni stampino un po' di cipollotto.

Mettere gli stampini in frigo, e nel frattempo accendere il forno a 180° C.

Quando il forno è a temperatura, estrarre gli stampini dal frigo, riempirli fin quasi all'orlo con il composto di uova, panna e feta, infornare a metà altezza e cuocere per 20/25 minuti.

Lasciar raffreddare negli stampini. Si mangiano a temperatura ambiente.

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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day, una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living, per condividere la buona cucina senza glutine con tutti, celiaci e non.

Le regole oramai dovreste saperle, ma vi lascio il nostro banner perché è sempre meglio ripetere.

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Semplice, no?

E allora, vi aspettiamo in tanti per il 100% Gluten Free (fri)Day! #GFFD

sabato 17 maggio 2014

Casarecce con pesto eoliano, un piatto salutare

pasta al pesto eoliano

Oggi è l'ultimo giorno della bellissima raccolta della Fornostar sulle mandorle.
Ho già presentato una ricetta dolce, e visto lo scarso tempo, pensavo di non riuscire a partecipare in altro modo.
Poi ieri leggo proprio da Stefania la ricetta della pasta con pesto alla trapanese. Che dev'essere squisita peraltro. E mi viene l'illuminazione!
Io una ricetta semplice, veloce, da tutti i giorni con le mandorle ce l'ho.
Il pesto eoliano!!! Che stupida che sono!
Era una delle ricette che avevo preparato per Pasta Garofalo, e i suoi formati gluten free. Mi fa piacere ricordarlo, perché la pasta senza glutine Garofalo è buona, e adesso che sul mercato del senza glutine stanno entrando a pieni giunti tutti i giganti, è bene ricordare che esistono alternative ben più valide dei soliti noti....
Fra l'altro, visto il mood salutista del momento, mi sembra una ricetta adatta: pasta, pomodori, aromatiche, mandorle e pinoli, con il loro concentrato di Omega3.

Insomma, cerchiamo di mangiare meglio.

E sorvoliamo sul fatto che ho appena tolto dal forno una torta... Beate contraddizioni!


Casarecce con pesto eoliano
Ingredienti 
Per quattro persone
  •  320 g di caserecce (¶)
  • 2 cucchiai di mandorle
  • 2 cucchiai di pinoli
  • 1 spicchio d'aglio
  • 10 foglie di basilico
  • 10 foglie di menta
  • 200 g di pomodorini maturi
  • 1 pezzetto di peperoncino fresco
  • 3 cucchiai di olio extra-vergine di oliva
  • sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Sbucciare i pomodori, eventualmente tuffandoli per qualche secondo nell'acqua bollente (con i pomodorini piccoli non è necessario, se sono maturi la pelle viene via benissimo anche a freddo) e privarli dei semi.

Mettere nel mixer le mandorle, i pinoli, le foglie di menta e basilico pulite ed asciugate, il pezzetto di peperoncino e lo spicchio d'aglio. Far andare a intermittenza, finché il tutto non si è completamente polverizzato.

Aggiungere i pomodorini tagliati a metà e l'olio. Accendere nuovamente il mixer, fino ad ottenere un composto cremoso. Aggiustare di sale.

Mettere tre cucchiai di pesto nella scodella in cui si condirà la pasta.

Nel frattempo cuocere le caserecce al dente, scolarle, versarle nella ciotola, ed aggiungere altro pesto, a piacere.

Servire subito.

Con questa ricetta partecipo al contest Per un pugno di mandorle


Questa ricetta è stata realizzata per il progetto Il gusto è un diritto

venerdì 16 maggio 2014

Teglia di pollo patate e pomodorini per il Food Revolution Day

pollo patate e pomodorini

Oggi è il giorno dedicato al 100% Gluten Free (fri)Day, ed è pure il Food Revolution Day  organizzato da Jamie Oliver per se sensibilizzare tutti verso un'alimentazione sana e, aggiungiamo noi, sicura.

Dove per noi sicura si declina in senza glutine.

Trasformare la mia cucina in modo più sano sta diventando per me una priorità, sia per insegnare ai miei figli a mangiare bene, sia per me, che non sono più una ragazzina e credo di non potermi più esimere dal cambiare stile di vita.

Diabete, obesità, ipertensione sono veramente delle emergenze nei nostri paesi, che tendiamo a sottovalutare. Io che non sono certo un'esperta di epidemiologia, ho la sensazione che se è vero che le nostre generazioni hanno un'aspettativa di vita più lunga rispetto alle precedenti a causa delle migliori condizioni di vita, questo trend non potrà che interrompersi proprio a causa dei cattivi stili di vita che abbiamo assunto.
Fra l'altro, quello che ci sembrava un problema tutto Amerikano, con la diffusione a macchia d'olio del junk food sta diventando un problema anche da noi.

Qui c'è da cambiare registro, eppure in fretta. Ed è importante insegnare a mangiare bene e sano soprattutto ai bambini, perché le buone abitudini, se apprese da piccoli, diventano nostre per sempre.

Per questa iniziativa ho scelto una ricetta da "I miei menu da 30 minuti", ma alleggerendola ulteriormente: la ricetta originale di Jamie prevedeva la pancetta che io non ci ho messo. Ho invece aggiunto le patate, che lui proponeva di cuocere a parte, proprio per venire incontro alle esigenze di avere piatti davvero per tutti i giorni, una cucina sana, semplice e veloce ma non per questo meno buona.

Ho anche omesso totalmente il burro a favore dell'olio.


Teglia di pollo 
(tratta da I miei menu da 30 minuti di Jamie Oliver, TEA edizioni)

Ingredienti
(per 4 persone)
  • 800 g di pollo (io ho mescolato del petto con delle sovracosce disossate)
  • 700 g di patate novelle 
  • 300 g di pomodori ciliegia ancora attaccati al rametto 
  • 2 foglie di alloro
  • origano secco 
  • rosmarino fresco 
  • paprika dolce (¶)
  • 1 limone 
  • sale, pepe q.b.
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.


Preparazione
Accendere il forno a 200 ° C.
Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua bollente salata.
Tagliare le patate in pezzi più o meno uguali (se sono novelle lasciare la buccia, altrimenti sbucciarle).
Quando l'acqua bolle versare le patate nell'acqua e farle cuocere tre minuti da quando l'acqua riprende il bollore.
Scolare le patate e tenerle da parte.
Scaldare una teglia che possa andare in forno, disporvi le patate, un giro d'olio, un rametto di rosmarino e il sale. Girare bene in modo che le patate si insaporiscano per bene.
Mettere in forno e far cuocere le patate per una ventina di minuti da sole.

Tagliare il pollo a strisce e pezzi di circa 4 cm di spessore. 
Spargere su un foglio di carta forno una bella dose di origano secco, rosmarino fresco grossolanamanete tritato, paprika dolce, sale & pepe. Versarvi un giro d'olio, e mettere nel foglio di carta-forno il pollo, richiudere e stropicciare bene al fine di far attaccare le aromatiche ai pezzi di carne.
Scaldare una padella a fuoco allegro. Versarvi un giro d'olio.
Mettervi il pollo e farlo cuocere da tutti i lati per qualche minuto, finché non è ben rosolato.

Trasferire il pollo nella teglia insieme alle patate. Spargervi sopra altro origano, girare in modo che tutto si insaporisca bene, quindi mettere nella teglia anche i rametti di pomodorini e una bella spruzzata di succo di limone.
Infornare nuovamente, e far cuocere per una ventina di minuti.

Sfornare e servire subito.

 %%%%%%%%%%%%%
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I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

Con questa ricetta partecipo anche al Food Revolution Day



mercoledì 14 maggio 2014

Filone integrale con i semi, la mia ricetta per Nutrichef

Filone integrale ai semi

Non sono una che ama la pubblicità. Non è proprio nelle mie corde.
Infatti in questo blog non ne troverete. Come difficilmente troverete link ai produttori.

Però ci sono prodotti che uso quotidianamente, che mi piacciono, che fanno parte della mia cucina quotidiana.

Fra questi, molti prodotti Nutrifree, in particolar modo le farine. Da sole o in compagnia.

Un esempio? Questo pane: un filone a impasto indiretto e lunga lievitazione, con tanti semi.

La ricetta? Sul sito Nutrichf, insieme a tante altre, della brigata di cuochi Nutrichef ma anche di tante blogger.

http://www.nutrichef.it/filone-semi-integrale/

Questo filone semi integrale è nato dalla mia esperienza di impasti indiretti, a lunga lievitazione, che sono fra quelli che vengono meglio con le nostre farine senza glutine, soprattutto se le farine sono più grezze, con più fibre. In questo caso ho sperimentato la tecnica del poolish che, data l’elevata idratazione richiesta dalle farine senza glutine, è un impasto con più del 100% di acqua.
In particolare, ho usato un poolish con 150 g di acqua a fronte di 100 g di farina.
Ho mescolato il mix per pane e mix per pane Fibra + mi sembra particolarmente felice: lievita bene, i pani non vengono secchi, durano a lungo e hanno un buon sapore.


Filone integrale ai semi
Ingredienti
  • 350 g di mix per pane Nutrifree (¶)
  • 150 g di mix per pane Fibra+ Nutrifree (¶)
  • 1 g di lievito di birra disidratato
  • 50 g di olio extravergine di oliva
  • 410 g di acqua
  • 100 g di mix Omega (semi di zucca, semi di lino, semi di girasole
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaino di miele millefiori
  • farina di grano saraceno bianca per lo spolvero (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

PreparazionePrepara il poolish: in una ciotola sciogli il lievito di birra disidratato in 150 g di acqua tiepida insieme al miele. Aggiungi 10 g di mix per pane, tolto dal totale.
Quando fa la schiumina, aggiungi 90 g di mix per pane. Copri con la pellicola e fai riposare per circa 8 ore (io lo faccio la sera per la mattina).
Il giorno dopo, sciogli il poolish in 370 ml di acqua tiepida. Aggiungi le farine setacciate e comincia ad impastare (con una spatola o con l’impastatrice). Aggiungi quindi l’olio e il sale.
Continua ad impastare, o nell’impastatrice oppure scaravoltando l’impasto sulla spianatoia infarinata con la farina di grano saraceno bianca.
Aggiungi 50 g di semi e continua a impastare, finché non è diventata abbastanza elastica.
Fai una palla, mettila in una ciotola e copri il tutto. Fai lievitare nel forno con la sola lucina accesa.
Quando l’impasto è raddoppiato rovescia nuovamente sulla spianatoia, sgonfia e forma il filone: prima stendi l’impasto in forma di rettangolo, quindi arrotolalo su se stesso ripiegando i bordi verso l’interno.  Fai lievitare sulla spianatoia, coperto con un canovaccio, con la chiusura rivolta verso il basso.
Per capire quando puoi infornare stacca una noce di impasto e mettila in un bicchier d’acqua: se sale a galla vuol dire che ci siamo quasi.
A quel punto accendi il forno alla massima potenza, mettendo all’interno la refrattaria o, se non la si possiede, la leccarda stessa del forno, e sul fondo un pentolino con dell’acqua.
Quando il forno è arrivato a temperatura pratica tre o quattro profonde incisioni trasversali,  spennella il filone con acqua e olio e metti i semi rimasti sopra, cercando di farli attaccare ma senza spingere troppo evitando che il filone si sgonfi.
Inforna sulla refrattaria o sulla leccarda bollente, fai cuocere alla massima temperatura per un quarto d’ora poi abbassa il forno a 190° C. Cuoci per altri 45 minuti, o finché, picchiando sul fondo, si sente un rumore sordo.
Togli dal forno e metti a raffreddare sulla spianatoia.
Se tenuto in un luogo fresco e asciutto il filone si conserva un paio di giorni.

venerdì 9 maggio 2014

Tatin di cipolle

Upside down onion tart

Ho pubblicato questa ricetta sullo Starbooksblog 8 mesi fa. È la mia rivisitazione senza glutine di una ricetta di Hugh Fearnley-Whittingstall, tratta da Vegetariano Gourmand.

Quel libro mi è piaciuto molto, e ancora adesso spesso lo sfoglio per trarne ispirazioni vegetariane.
Ma, malgrado siano passati otto mesi, ancora non sono riuscita a rendere davvero più verde la mia cucina, come dichiaravo allora di voler fare: qui si continua a mangiare molta carne, molti dolci, molte cose che, almeno a quanto dicono i medici oggi, non sono affatto salutari. 

Quindi colgo la palla al balzo per informarvi che, come Gluten Free Travel & Living, parteciperemo al Food Revolution Day #FRD2014 organizzato da Jamie Oliver. 

Sì vi chiediamo di partecipare con noi a questo evento internazionale per sensibilizzare tutti verso un'alimentazione sana e, aggiungiamo noi, sicura.

E sicura in questo caso é senza glutine.

Quello che vi proponiamo é di trovarci la settimana prossima con due obiettivi il 100% Gluten Free Friday #GFFD e il Food Revolution Day #FRD2014.
Noi provvederemo a raccogliere tutte le ricette a mandarle con i vostri link o le vostre foto o i vostri testi a Jamie Oliver e avremo una bella raccolta di ricette italiane, senza glutine e sane.

Per semplificarvi la vita vi suggeriamo, anzi lo suggerisce Jamie Oliver, di scegliere tra le ricette presenti sul sito Food Revolution Day  replicarle nelle vostre cucine.
.
Per qualsiasi altro chiarimento andate a leggere il post di Stefania su Gluten Free Travel and Living... e vi aspettiamo in tantissimi!!






Tatin alle cipolle (tratta da Vegetariano Gourmand di Hugh Fearnley-Whittingstall. La pasta sfoglia è la versione gluten-free della sfoglia veloce di Marcella Hazan, da The essential of Classic Italian Cooking)
La ricetta dells sfoglia veloce io personalmente l'ho presa dal blog qbbq di Stefano Arturi
Ingredienti
(per 4 persone)
Per la sfoglia veloce
  • 100 g di Glutafin (¶) 
  • 70 g di mix Nutrifree per pane (¶)
  • 110 g di burro a temperatura ambiente
  • 150 g di ricotta
Per la farcia
  • 350 g di cipolle
  • 1 noce di burro
  • 1 cucchiaio di olio extra-vergine di oliva
  • 1 cucchiaio di aceto balsamico
  • timo fresco (mia aggiunta)
  • sale, pepe (macinato al momento)  q.b.
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Preparare la sfoglia veloce
Incorporare la ricotta alla farina con una forchetta.
Aggiungere il burro a piccoli pezzetti, e incorporarlo al composto di ricotta e farina con la solita tecnica del sablage: alla fine si dovranno ottenere un mucchio di briciole.
Compattare le briciole delicatamente con le mani fino ad ottenere una palla. Trasferire in un sacchetto di plastica o nella pellicola e mettere in frigo a riposare.

Con questa dose vi avanzerà dell'impasto: con gli avanzi potrete sempre farci quello che vi pare, la sfoglia non avanza mai. Nella peggiore delle ipotesi una tatin alla barbabietola...

Preparare la farcia
Accendere il forno a 190 °C.
Stendere la pasta sfoglia in un disco di 3-4 mm di altezza e 20 cm di diametro. Metterla in frigo.

Pelare le cipolle e tagliarle in 6 o 8 spicchi, a seconda delle dimensioni della cipolla.
Scaldare a fuoco medio l'olio e il burro in una padella anti-aderente.
Aggiungere le cipolle , cospargere di sale, pepe e cuocerle per 15-20 minuti, girandole un paio di volte, finché cominciano a caramellare ai bordi.

Versare l'aceto balsamico sulle cipolle e lasciar cuocere per un paio di minuti.
Togliere dal fuoco, far raffreddare un po' e trasferire le cipolle nella teglia che metterete in forno, cospargendole di foglioline di timo.
Stendere il disco di pasta sfoglia sulle cipolle, e mettere la teglia in forno. Cuocere per 20 minuti, finché la sfoglia non è ben gonfia e dorata.

Sformare la torta in un piatto da portata, tipo tatin, e servire subito, con un'insalatina.

 %%%%%%%%%%%%%
Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day, una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living, per condividere la buona cucina senza glutine con tutti, celiaci e non.

Le regole oramai dovreste saperle, ma vi lascio il nostro banner perché è sempre meglio ripetere.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

Semplice, no?

E allora, vi aspettiamo in tanti per il 100% Gluten Free (fri)Day! #GFFD

mercoledì 7 maggio 2014

Insalata di grano saraceno con i carciofi, una ricetta facilmente senza

Insalata di grano saraceno con carciofi

O quanto mi piace la cosiddetta cucina senza.
Va tanto di moda.
Senza glutine, prima di tutto, anche se non si è intolleranti né sensibili al glutine.
Perché, si sa, il glutine fa un po' male a tutti, no? È cosa nota...

E poi senza latticini, che anche il latte fa male. A tutti, a priori.

Anzi, meglio vegano.
Non c'è niente di meglio che dire che una ricetta è vegan.
Vegan è fighissimo.

Io sono perplessa. Sono perplessa perché per me mangiare è una cosa seria.

E per di più sono costretta a mangiare senza a causa di una patologia, la celiachia.
A me il glutine fa male, nuoce gravamente alla mia salute.
Insomma, per me anche la cucina senza è una cosa seria.

Anche il vegetarianesimo e il veganismo sono una cosa seria.
Sono scelte di vita.
Io non ci sono (ancora?) arrivata, ma sono convinta che mangiare tutta la carne che si mangia in occidente sia profondamente sbagliato.
Prima di tutto non è salutare. E già questa  è una cosa seria.
Poi non è ambientalmente sostenibile.
Allevare animali, soprattutto carne rossa, consuma un sacco di risorse. È sempre il solito maledetto secondo principio della termodinamica: trasformare energia non è a costo zero, una parte va sempre sprecata. Allora se invece di mangiare direttamente le verdure dell'orto, le diamo alla mucca, ammazzando quella mucca ci mangiano molte meno persone di quante si nutrirebbero mangiando direttamente quello che le viene dato da mangiare. L'ho detta semplicemente, ma il sugo è questo.

Per tacere di quanto costa riscaldare le stalle, e quanta energia si consuma a trasportare il mangime da dove viene prodotto a dove si trovano le mucche. Insomma, una sporchissima faccenda.
  
Vogliamo poi parlare di cosa si mangia, di quella benedetta mucca? Le fettine, il roastbeef, il filetto. Tutto il resto chissà dove finisce. Lo sappiamo bene, dove finisce. Nel tritatutto del junk food.
Nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore non saprei.

Quindi se vogliamo continuare a mangiare carne, bisognerebbe mangiarne meno, e di quel meno mangiare di tutto.
I pezzi meno nobili, la carne dura filacciosa e piena di grasso e nervetti - quella che fa schifo ai miei figli, per intenderci, e anche un po' a mio marito, e a un sacco di gente a parte noi ardita schiera di food-blogger che pur di pubblicare un post scriveremmo anche che ci piace l'insalata di formiche - e il quinto quarto... Santo santissimo MTC che ce l'ha fatto (ri)scoprire.

Quindi ok, riduciamo il consumo di carne. Questo è serio.

Siamo meno spreconi. Anche della carne. Questo è serio.

Cerchiamo di mangiare meglio. Più sano.

Purtroppo costa. Non in termini di soldi, ché di prodotti alternativi che costano un sacco di soldi ma nessuno ci assicura che siano più sani ci saremmo davvero stufati.

CI costa. Ci costringe a cambiare modo di mangiare. Questo è serio. Questo è molto faticoso.

A me piacciono i dolci. Mi piacciono moltissimo. I dolci contengono zuccheri, di ogni tipo.
Contengono zucchero, e carboidrati, che sempre zuccheri sono. E contengono anche molti grassi.
Possiamo rigirarla come ci pare, ma i dolci andrebbero mangiati davvero di rado.
C'è poco altro da dire.

Farsi belli col sol di luglio sostituendo il burro con la margarina, il latte vaccino con quello di riso, lo yogurth con quello di soia, lo zucchero con lo sciroppo di agave, e magari la farina con quella senza glutine, che ci sta sempre bene, è scorretto.

Certo, sarà senza glutine, sarà vegano, ma sempre di un dolce strapieno di grassi e zuccheri si tratta.

Il punto è fare meno dolci, e provare a farli davvero diversamente.

Il punto è mangiare meno carne, e cambiare le proprie abitudini alimentari.

Il punto è rendersi conto che mangiare come mangiamo noi non va bene. Non è etico, non è sano.

Ma cambiare costa.
Perché io non so come fare a ridurre il consumo di carne e mantenere una cucina equilibrata dal punto di vista nutrizionale.
Perché rinunciare ai dolci mi costa un sacco di fatica. 
Come mi costa un sacco di fatica decidere di avere uno stile di vita più sano, e fare una vita meno sedentaria, svolgere attività fisica e tutto il resto. 

È sempre il solito sporco difficile cambiamento.

Costa un sacco di energia, ma se si riuscisse a metterlo in moto ci renderebbe persone migliori.

Altro che ricette senza.

Quella di oggi è una ricetta genuinamente senza, invece. 

Il libro del mese dello Starbook è decisamente sul pezzo di queste mie riflessioni a briglia sciolta.

It's all good, di Gwyneth Paltrow (...) 

O vediamo cosa ne viene fuori.

Questa ricetta viene fuori dal mio frigo. Quel che c'era ci ho messo. Per essere un piatto nutrizionalmente completo mancano le proteine, però è sicuramente senza. Un senza mediterraneo, abbastanza corretto, mi sembra. Semplicissima, ma ottima come primo o in un piatto unico, purché sia accompagnata da qualche proteina, preferibilmente vegetanle

Nota a margine: è un piatto privo di contaminazioni da glutine, che quindi potete offrire senza preoccuparvi di contaminazioni e simili al vostro commensale celiaco, anche se non siete esperti di cucina senza glutine. Un piatto facilmente senza

Insalata di grano saraceno con i carciofi
Ingredienti
(per 6 persone)

  • 300 g di grano saraceno 
  • 200 g di pomodorini ciliegini
  • 5 carciofi
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1/2 tazza di olive verdi grosse
  • maggiorana fresca
  • 5 cucchiai olio extravergine di oliva
  • sale q.b.
  • un limone 

Preparazione
In una padella antiaderente tostare i chicchi di grano saraceno sempre mescolando per 3 o 4 minuti, quindi lessarlo in abbondante acqua salata, per 10 minuti, deve restare molto al dente. Scolare e mettere da parte.
Pulire i carciofi: togliere le foglie più esterne, spuntarli e togliere la barba, tagliarli in spicchi e gettarli via via che si puliscono nell'acqua acidulata con succo di limone, per non farli annerire.
Nel frattempo fai imbiondire lo spicchio d'aglio vestito leggermente schiacciato in due cucchiai d'olio.
Quando i carciofi sono tutti mondati e tagliati, scolarli e metterli nella padella. Farli rosolare senza che brucino, quindi abbassare la fiamma e far cuocere finché non si sono un po' ammorbiditi, devono comunque restare al dente. Togliere lo spicchio d'aglio e cospargere con un po' di maggiorana fresca.
Mettere il grano saraceno nella padella con i carciofi, mescolare bene e far cuocere un paio di minuti, per farlo ben insaporire. Spegnere e tenere da parte.

Lavare e tagliare a metà i pomodorini ciliegini, lasciandoli un po' in uno scolapasta per far scolare l'acqua di vegetazione.

Tagliare a metà le olive e togliere il nocciolo.

 Incorporare i pomodorini e le olive al grano saraceno, aggiungere ancora foglioline di maggiorana, mescolare e far insaporire per bene coperto, a fuoco spento.

venerdì 2 maggio 2014

Strudel carciofi e salmone senza glutine

Strudel salato salmone e carciofi

In questo periodo sono senza parole.

Niente da raccontare.

È tutto un ricordare, un rammentare, un sentire nostalgico che non si sazia mai.

Non tanto per una giovinezza lontana, quanto per tante cose non fatte, e anche per tante fatte, che vorrei rivivere ora, adesso, con un'ingordigia di vita che mi stupisce.

Questo è un anno di bilanci, e di paura del futuro. Sarà la menopausa che incombe minacciosa, saranno le macchie sul viso, saranno i capelli bianchi, e i chili di troppo che si sono installati su di me e non se ne vanno.
Ma è anche il timore del futuro, diciamo pure l'angoscia, e le cose che finiscono.
E che dire dei figli che crescono? Li vedi cresciuti, sicuramente viziati, e sempre quell'orrenda sensazione che oramai sia tardi. 

Insomma, di post depressi vi sarete stufati.

Passiamo alla ricetta che è meglio.

Questo strudel è stato un sotto-prodotto della sfida di febbraio dell'MTC che è stata davvero una delle sfide più nelle mie corde, nel senso che mi era avanzato un po' di pasta, e allora un giorno a pranzo, con gli ingredienti che avevo in casa, ho fatto questo strudel salato.
È piaciuto tantissimo a (quasi) tutti (il figlio piccolo, non trattandosi né di polpette, né di puré, né di strudel verde, né di pasta al pesto o al pomodoro, né di scaloppine, ha sdegnosamente rifiutato).

La proposta in realtà non è un'idea proprio originale: Stefania l'aveva fatto en straza, Sonia invece con l'orata. Insomma, come al solito si inventa molto poco. Ma si mangia molto :-)

Da un calcolo approssimativo vengono circa 400 calorie a porzione. Non è poco, ma è quasi un piatto unico, insalata a parte.


Strudel al salmone e carciofi

Ingredienti
(per 4 persone)
Per la sfoglia
  • 100 g di Glutafin select  (¶)
  • 60 g di Mix Nutrifree per pane (¶)
  • 1 uovo
  • 60 g di acqua tiepida
  • farina supplementare per impastare
Per la farcia
  • 5 carciofi 
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1/2 bicchiere di vino bianco secco
  • 300 g di salmone
  • olio extra-vergine di oliva
  • 1 albume d'uovo
  • semi di nigella
  • timo
  • pepe
  • sale
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Preparazione
Preparare la sfoglia
Fare la fontana con la farina. Sbattere l'uovo e mettere nel mezzo alla fontana, e, con una forchetta, cominciare a raccogliere la farina dall'interno della fontana amalgamandola all'uovo sbattuto. Aggiungere quindi l'acqua tiepida, e procedere allo stesso modo. Quando la farina avrà tirato tutto l'uovo e tutta l'acqua, cominciare ad impastare a mano, sulla spianatoia leggermente infarinata: inizialmente l'impasto sarà appiccicoso, poi diventerà sempre più asciutto e, per quanto possibile in assenza di glutine, elastico.
Fare la palla e far riposare almeno una mezzoretta in un sacchetto di plastica.

Con questa dose vi avanzerà dell'impasto: con gli avanzi potrete sempre farci uno strudel di mele ;-)

Preparare la farcia
Mondare i carciofi, dividerli a spicchi e farli saltare in una padella nella quale si siano messi 3 cucchiai d'olio e uno spicchio d'aglio in camicia.
Quando sono un po' rosolati sfumare con il vino bianco, aggiungere le foglioline di un paio di rametti di timo, sale e pepe e cuocerli al dente. Mettere da parte e far raffreddare.


Preparare lo strudel
Preriscaldare il forno a 180° C.
Disporre sulla spianatoia un foglio di carta forno infarinato con farina di riso. Prendere l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra al tovagliolo, quindi tirarlo con un mattarello.
La sfoglia dovrà essere abbastanza sottile.



Tagliare il salmone a fette sottili, tipo carpaccio.  Disporle sulla sfoglia, lasciando qualche cm di bordo.
Spargervi sopra i carciofi, il più possibile uniformemente. 

Arrotolare lo strudel su se stesso aiutandosi con la carta forno. Sigillarlo ai bordi spennellando un po' di albume come "collante".

Trasferire, sempre aiutandosi con la carta forno, lo strudel su una placca da forno.
Spennellarlo con l'albume rimasto, e spargervi sopra i semi di nigella. 

Cuocerlo in forno a metà altezza per quaranta minuti circa.

Servire subito, accompagnato da un'insalata.

 %%%%%%%%%%%%%
Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day, una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living, per condividere la buona cucina senza glutine con tutti, celiaci e non.

Le regole oramai dovreste saperle, ma vi lascio il nostro banner perché è sempre meglio ripetere.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

Semplice, no?

E allora, vi aspettiamo in tanti per il 100% Gluten Free (fri)Day! #GFFD

Con questa ricetta partecipo anche alla raccolta di Stefania, Happy Calowries
Happy Calowries

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