giovedì 24 gennaio 2013

Le arancine senza glutine con il risotto avanzato


A novembre avevo il blog chiuso, ma non per questo non seguivo le vicende che mi sono sempre state a cuore. 
Fra queste, un posto speciale occupa l'MTC
Così, anche se fuori tempo massimo, e con una ricetta che sarebbe comunque finita fuori concorso, ho fatto le arancine. Che mi sono parse di una bontà fuori del comune, ma soprattutto a mia figlia, che se n'è pappate tre di fila senza colpo ferire.

La ricetta originale, di Pupaccena, era una meraviglia di dettaglio e precisione. Mi ci sono attenuta religiosamente, deviando principalmente sulla preparazione del riso, visto che ho usato del risotto  avanzato.
Questa ricetta è di fatto la sagra dell'avanzo, cosa che in fondo ha un suo perché, parlando di arancine: sono evidentemente una ricetta del riciclo, nata appunto per recuperare del riso avanzato. 
Quello che mi stupisce è che la ricetta preveda proprio il risotto: mai mi sarei aspettata che una ricetta siciliana avesse come ingrediente base il risotto, che consideravo un piatto assai nordico.

Tant'è. Da nordica qualche io sono, avevo fatto un super-tradizionale risotto zucca & salsiccia.
Per una serie di ragioni, me n'è avanzato un bel po', più di metà (l'equivalente di circa 400 g di riso crudo).
In freezer avevo del ragù surgelato. Avevo anche dei piselli. Cosa fare di tutto ciò? Ma delle arancine, ovviamente.

L'altra esigenza derivava dal marito, che non mangia formaggi di alcun tipo. Quindi non ho né mantecato il risotto con il burro e formaggio, né aggiunto il formaggio all'impasto. Erano buone lo stesso.

 
Arancine con il risotto avanzato
Ingredienti

Per il risotto alla zucca
    • 400 g di riso per risotti (io vialone nano semi-lavorato)
    • 1 cipolla
    • abbondante brodo vegetale (fatto con 1 cipolla, 1 carota, 2 coste di sedano, 1 zucchina, 1 patata, 3 gambi di prezzemolo, 1 pomodoro)
    • 500 g di zucca mantovana
    • 1 salsiccia (¶)
    • olio extravergine di oliva
    • noce moscata
    • un bicchiere di vino bianco secco
      Per la farcia
        • 200 g di macinato di manzo
        • 100 g di macinato di maiale
        • 1 cipolla
        • 1 carota
        • 1 costa di sedano
        • 2 bacche di ginepro
        • 1 foglia di alloro
        • 1/2 bicchiere di vino bianco secco
        • pomodori pelati, un barattolo
        • olio extravergine di oliva
        • 1 paio di manciate di piselli surgelati
        Per la lega e la cottura
        • farina senza glutine 150 g (¶)
        • acqua 300 g
        • pangrattato senza glutine (¶)
        • olio di arachidi 1,5 l
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.

        Preparazione
        Risotto alla zucca
        Far appassire la cipolla tagliata molto sottile in un po' d'olio. Sbucciare la zucca, e tagliarla a dadini. Versarla nella pentola dove si è messo la cipolla, aggiungere un bel pizzico di sale e far cuocere lentamente, finché la zucca non comincia a disfarsi. Mettere da parte.
        Togliere la salsiccia dal budello e metterla, schiacciandola con una forchetta, in una padellina senza nient'altro. Farla rosolare continuando a schiacciare con la forchetta in modo che si sgrani bene. Quando è ben rosolata tirare su dal grasso di cottura e metterla da parte.
        In una pentola capiente e dall'ampia apertura scaldare un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva e versarvi il riso. Farlo cuocere a fuoco allegro finché non diventa tutto translucido, mescolando tranquillamente. Sfumare con il vino bianco, che si era fatto sobbollire per qualche minuto in un pentolino per far evaporare l'alcool, quindi aggiungere la zucca, far insaporire insieme il tutto e quindi continuare la cottura del risotto per un quarto d'ora/venti minuti, aggiungendo via via del brodo vegetale bollente. A metà cottura aggiungere la salsiccia. Alla fine spolverare con abbondante noce moscata.
        Quando è pronto mantecare con un paio di cucchiai d'olio, quindi far riposare finché non si raffredda completamente. Riporre in frigo fino alla mattina successiva.

        Ovviamente questa è la procedura che adotto per preparare il mio risotto alla zucca, la filosofia della ricetta è che voi abbiate fatto del risotto la sera prima, ad abundantiam, e che usiate quello avanzato per fare gli arancini.

        Ragù di carne
        Fare un soffritto con un paio di cucchiai d'olio e la cipolla, carota e coste di sedano tagliati a dadini piccolissimi. Quandi è appassito ma non bruciato aggiungere la carne macinata, entrambi i tipi, e farla rosolare ben bene a fuoco vivace, mescolando spesso. Quando è ben colorita sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco.
        Aggiungere i pelati, rompendoli grossolanamente con una forchetta, la foglia di alloro e le bacche di ginepro schiacciate. Aggiustare di sale.
        Continuare la cottura a lungo, a fuoco basso, aggiungendo eventualmente via via dell'acqua calda. Tenete presente che per questa preparazione è meglio avere un ragù piuttosto consistente.

        Nel frattempo lessare molto al dente, in una pentola di acqua a bollore, i piselli, scolarli e metterli da parte.

        Quando il ragù è pronto mescolarlo con i piselli e lasciar raffreddare il tutto per qualche ora, all'ultimo anche in frigo.

        Finitura e cottura degli arancini
        Tirare fuori dal frigo il riso e formare, con le mani bagnate, delle palle di circa 4/5 cm di diametro.
        Rimetterle in frigo a compattarsi.
        Quindi estrarle dal frigo, creare un buco nel mezzo con le mani e riempirlo con un cucchiaio di ragù ai piselli. Richiudere la pallina su se stessa, facendo attenzione a non lasciare dei pertugi. Proseguire con le altre palline, fino ad esaurimento. Se dovesse avanzare del ragù poco male, lo potete sempre utilizzare per condire della pasta al forno :-)





        Rimettere le palline in frigo per un'oretta, nel frattempo preparare la lega: mescolare insieme la farina e il doppio di penso in acqua, facendo attenzione a che non diventi grumoso.

        Immergere le palline nella lega, farle scolare un attimo e quindi passarle nel pangrattato.




        Friggerli per qualche minuto in abbondante olio di arachidi ben caldo.

        Si mangiano appena fatti.



        Con questa ricetta avrei partecipato alla sfida di novembre 2012 dell' MTC 
        e parteciperei volentieri alla rubrica Ho perso qualcosa?
        La ricetta originale della Roberta di Pupaccena

         

        venerdì 18 gennaio 2013

        Timballo riso carciofi e chèvre, per festeggiare e riciclare



        Oggi ero sola a pranzo. Avevo da pulire casa, da occuparmi di un sacco di noiosissima burocrazia. Non penserete mica che abbia cucinato?
        Invece si. Nel frigo avevo un avanzo di risotto ai carciofi, che adoro, e invece che farci il solito risotto al salto, o le solite arancine (...) ho pensato che avrei potuto metterlo in forno. Perché nel frigo avevo pure del caprino, non fresco, un po' stagionato ma non troppo.

        Insomma, una cosa velocissima. E mentre ci davo dentro con l'aspirapolvere, lui cuoceva in forno. Forse un attimino di troppo, ma in realtà era buonissimo così, con lo chevre tutto sciolto e lo strato superficiale di riso molto abbrustolito e super-croccante.

        Poi mi è venuto in mente che Sciabby ha indetto un contest per il suo secondo blog-compleanno. Un contest sui timballi. La mia ricetta nata per riciclare gli avanzi poteva andare benissimo per il contest. Ma non era il tempo delle feste? Appunto: per le feste fai un risotto, ti avanza, mica vorrai buttarlo via il giorno dopo? Poi basta mettergli un nome chic, ed è tutto a posto.

        Nella ricetta do anche le indicazioni per preparare il risotto, ma il vantaggio vero è quello di utilizzare del risotto avanzato. Eventualmente anche del riso lesso: in questo caso si prepareranno i carciofi a parte, e al momento di comporre il timballo li si mescoleranno al riso, che magari si sarà fatto mantecare con un po' di burro e parmigiano. Et voilà! Il timballo è servito!

        Timballo di riso con carciofi e chèvre
        Ingredienti
        (per quattro persone)
        • 320 g di riso carnaroli semi-integrale
        • 5 carciofi 
        • olio extra-vergine di oliva
        • due cipolle
        • mezzo bicchiere di vino bianco secco
        • una carota 
        • due coste di sedano
        • alcuni gambi di prezzemolo
        • 200 g di formaggio di capra stagionato 
        • parmigiano reggiano grattugiato 
        • pangrattato senza glutine (¶)
        • burro 
        • sale
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o avere la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.

        Procedimento
        Mondare una cipolla, le coste di sedano, la carota, i gambi di prezzemolo e preparare un brodo vegetale.
        Quando è pronto filtrarlo e tenerlo al caldo.

        Nel frattempo pulire i carciofi e tagliateli a spicchi piccoli ma non troppo.
        Mondare l'altra cipolla, tritarla fine e preparare un soffritto con qualche cucchiaio d'olio e la cipolla nella pentola del risotto, soffritto che dovrà sobbollire pian piano, senza bruciare la cipolla, finché non si è ben bene appassita.
        Aggiungere quindi gli spicchi di carciofi, e farli cuocere un po', diciamo metà cottura (devono rimanere al dente). Aggiustare di sale.

        Aggiungere anche il riso e farlo rosolare finché non diventa tranlucido. A questo punto sfumare con il vino bianco (eventualmente dargli preliminarlmente una bollittina per far evaporare l'alcool) e quindi aggiungere il brodo vegetale, mestolo dopo mestolo, evitando che il riso lessi in troppo liquido ma senza mescolare in continuazione.

        Spegnere quando il riso è piuttosto al dente.

        Lasciarlo raffreddare, stenderne metà in una pirofila, mettervi sopra lo chevre a fettine, ricoprire con il riso restante, e completare con qualche pezzo di chevre, una bella spolverata di pangrattato e parmigiano, e qualche fiocchetto di burro.

        Infornare a 180° per una mezzora, e comunque finché non è ben dorato.

        Servire subito.

        Con questa ricetta partecipo al contest Il tempo della festa di Celiaca per Amore


         

        e anche al contest La cucina del riciclo di Dauly di Cucchiaio e Pentolone 

        martedì 15 gennaio 2013

        Rifatte senza glutine: il plumcake del buon mattino



        Oggi è il 15 gennaio, il giorno delle Rifatte senza glutine, e abbiamo il morbido plumcake del buon mattino di Anna di Un po' di briciole in cucina.

        Questa iniziativa ha lo scopo di promuovere la cultura del senza glutine, ma in uno spirito di serenità nel fare le cose, blog compreso. Ho saltato gli ultimi due appuntamenti, con i blinis alla zucca di Oxana/Pane&Miele e con il gateux au chocolat di Simonetta/Glu-Fri. Spero di avere il tempo di rifare al più presto questo ricette, che mi avevano ispirato moltissimo.

        Ma ora a noi con la ricetta del mese, questo plumcake che ho preparato un pomeriggio per la merenda dei bimbi, ed è stato spazzolato in un amen. Rispetto alla ricetta originale ho aggiunto, per dare un po' di colore, un po' di farina di mais fumetto, ma devo dire che la prossima volta non lo rifarò, perché il sapore è così delicato che la farina di mais lo snatura un po'. D'altra parte noi GFG siamo delle sperimentatrici, ed ormai è diventato un "vestito" del quale non possiamo fare a meno!


        Rifatte senza glutine




        Plumcake del buon mattino
        Ingredienti
        • 250 g di Farina per dolci dell'altro gusto (che io ho sostituito con 90 g di farina di riso, 50 g di farina di mais fumetto, 60 g di fecola di patate e 50 g di fecola di tapioca) (¶)
        • 90 g di burro
        • 80 g di zucchero semolato vanigliato (che faccio in casa tenendo lo zucchero in un barattolo con alcune stecche di vaniglia) +  un po' per spolverare il dolce
        • 150 ml di latte
        • 1/2 bustina di lievito per dolci (¶)
        • 2 uova
        • un pizzico di sale
        • un goccio di succo di limone
        • alcune mandorle sbucciate per decorare
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.


        Procedimento
        Ho separato i tuorli dagli albumi, e lasciato ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Ho montato a lungo il burro con lo zucchero, finché non è diventato bianco e cremoso, a quel punto ho aggiunto i tuorli uno alla volta, amalgamando bene prima di aggiungere il successivo.
        Ho setacciato le farine insieme al lievito e il pizzico di sale.
        Ho aggiunto al composto le farine setacciate con il lievito, quindi il latte.
        Ho montato gli albumi a neve ben ferma con qualche goccia di succo di limone, e gli incorporati per ultimi al composto, facendo attenzione a non smontare il tutto (li ho incorporati usando un tarocco).
        Ho imburrato e infarinato con farina di riso degli stampi per plumcake piccoli e uno stampo da muffin. Con queste dosi mi sono venuti tre plumcake piccoli e un muffin.
        Ho cotto per una ventina di minuti in forno preriscaldato a 180°.
        Ho tolto dal forno, aspettato che si raffreddassero un po' e sformato.
        Quando si sono raffreddati li abbiamo mangiati per merenda. Ottimi!

        Ed ecco le fondatrici delle Rifatte:
        Ci ritroveremo il 15 febbraio, a casa della bravissima Celiaca per amore, ad assaggiare i suoi mini-crumble alle banane adatissimi a questo mese fredo e invernale.

        Eccoli qua: ma come sono carini?

        domenica 13 gennaio 2013

        Pici senza glutine all'aglione


        È bello tornare alle vecchie abitudini. Tipo l'MTC.
        Mi fa sentire bene. Provare a fare cose impossibili, in cui le nostre malefiche farinacce danno il peggio di sè. Mai una volta che abbiano pietà. Si, una volta c'è stata: gli arancini. Ma io non c'ero, mannaggia!
        Insomma, stavolta quella cara ragazza della Patty ha pensato bene di scegliere i pici. No, dico io, i pici! Una pasta fresca senza nemmeno le uova, porca paletta (mi si scusi l'esclamazione un po' colorita, ma non avete idea di quelle che ho tirato fuori quando ho visto la ricetta). E pure lunga!!!
        C'è qualcosa di peggio da fare senza glutine? Beh, si, c'è. Ma non lo nomino, altrimenti è certo che sarà la prossima sfida. Comunque anche 'sti cosi non erano, in teoria, per niente facili.
        Avrei anche potuto passare, se non fosse che ero in vera crisi di astinenza da MTC, e soprattutto se non fosse che i pici qui piacciono tantissimo. Anche se nessuno della famiglia, figli a parte, è nato in Toscana, ci siamo assuefatti subito alla cucina locale, e i pici piacciono a tutti: così rustici, irregolari, semplici. Insomma, la voglia di rimangiare un bel piatto di pici all'aglione era troppa, per non provarci.
        Quindi vai col picio. Abbiamo fatto subito un consulto con le altre Sgluten Girls su Facebook.
        "O come diavolo si farà questo impasto?"
        "Ci si mettesse un albume?"
        "Nooooooooooo, l'albume no, snatura la natura del picio!"
        "Farine naturalmente senza glutine o dietoterapiche? Se dietoterapiche, quali?"
        "Via! Giù! Proviamo! Alla peggio, se non reggono la cottura, si convertiranno in un semolino, è così buono..."
        E provammo. So che Stefania ha già piciato, ma non ho ancora visto le sue creature. Io mi sono data da fare stamani. Due ore a fare sti bacherozzi. La prossima volta, gliel'ho già detto alla famigliola, o mi danno una mano o non se ne parla. Tutti insieme appassionatamente ad arrotolare. Anzi, lo proporrei come strategia per i corsi di team building: pici, tortellini (noooooooooooooo! tortellini? cosa ho nominato? non mi ascoltate, vi prego, regine dell'MTC), rose di pasta di zucchero. L'unione fa la forza, mal comune mezzo gaudio, e chi più ne ha più ne metta.
        Stavolta invece è stato all'insegna del Chi fa da sè fa per tre.
        E devo dire che.... I pici vennero, belli, precisi, non si sono affatto rotti in cottura, li ho fatti io, tutti da me. Una soddisfazione che non vi dico.
        Ah... Per le farine ho usato il mix di farine naturalmente senza glutine per pasta all'uovo, quello di Daniela Steila, poi rielaborato da Felix e Cappera di Un cuore di farina senza glutine. Ci ho messo la fecola di tapioca, che tanto ormai si trova abbastanza facilmente senza glutine (io in un negozio di cibi etnici, ma c'è scritto sopra chiaro "senza glutine" quindi va sicuramente bene) ma non la farina di riso glutinoso. E giù di xanthano. Perfetto.
        Grazie Felix, Cappera e Daniela. Non so se lo sapevate, ma il vostro mix funziona anche senza uova.
        Per il condimento, sono andata sul sicuro: aglione. Qui piace un sacco, è semplice, è regionale.

        Dubito che con i pici all'aglione si possa vincere l'MTC, ma non importa.
        Oggi il pranzo è stato una festa, per me che son riuscita a farli, per tutti che li abbiamo mangiati.
        Tutto il resto non conta.
        Se poi mi verrà voglia, e avrò il tempo, e qualcuno mi aiuterà a rifarli, ho già un paio di idee, ma per la prima volta aglione doveva essere!

        Grazie Patty! Se non ci fossi stata tu, non avrei mai provato a fare i pici, e sarebbe stato un errore madornale.
        E grazie Patty anche per il tuo post. Che, se mi conosci un po', sai benissimo che mi è piaciuto un sacco. Così filologico, pieno di amore per le cose semplici, per la cucina di una volta, per le tradizioni della nostra terra. Un post magistrale.
        Un'unica cosa ti devo rimproverare. Per quanto piacciono i pici qui, 300 g di farina per quattro persone erano pochi. La prossima volta mi lancio su 400, non c'è dubbio :-) 



        Pici senza glutine all'aglione
        Ingredienti

        Per l'impasto
        • 50 g di farina di riso (non troppo fine) ()
        • 50 g di amido di tapioca () 
        • 75 g di fecola di patate ()
        • 125 g di amido di mais ()
        • 5 g di xanthano
        • 2 cucchiai d'olio extra-vergine di oliva
        • 1 pizzicone di sale
        • acqua
        Per il condimento
        • 6 spicchi d'aglio
        • 1 barattolo di pelati buoni (se in stagione, pomodori maturi da sugo)
        • olio extra-vergine di oliva
        • sale
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

        Preparazione
        Setacciare le farine insieme allo xanthano.
        Fare la fontana sulla spianatoia, mettere sul bordo il sale e nel mezzo l'olio e circa 100 cc d'acqua (io alla fine ne ho usati circa 200cc). Con una forchetta, mescolare acqua e farina, facendola scendere dai bordi, aggiungere via via altra acqua (difficile dare dosi precise per l'acqua, dipende dall'umidità dell'aria, da quanto sono fresche le farine, insomma, da tanti parametri imperscrutabili).
        Continuare a lavorare con le mani, energicamente ma senza stracciare l'impasto. All'inizio sembra duro, ma poi diventa sempre più elastico. Continuare ad impastare per una decina di minuti, quindi mettere la palla nella pellicola e farla riposare un po'. Ho notato che lasciandola lì si è ulteriormente ammorbidita.
        Ovviamente l'assenza di uovo e il pallore delle farine senza glutine ha prodotto una palla bianca bianca. Come ha detto mia figlia, sembrava pasta di zucchero. La consistenza invece era un po' quella del Didò.



        Dopo il riposo, non avendo letto con attenzione le indicazioni di Patty, invece di usare il mattarello ho fatto tutto a mano. Sempre tenendo la palla di impasto nella pellicola, per non farla seccare, ho tolto via via dei pezzettini, che ho steso arrotolandoli sulla spianatoia, uno alla volta. L'impasto era morbido ma per niente appiccicoso, e non ho avuto bisogno di farina per stenderlo. Ho messo giusto un velo di fioretto di mais sul canovaccio dove ho messo a riposare la pasta, temendo che appicicasse.
        Li ho lasciati riposare coperti finché non era pronto il sugo.



        Nel frattempo ho preparato l'aglione: semplicissimo, ho schiacciato gli spicchi d'aglio, e li ho messi in una padella con un generoso giro d'olio. Ho fatto insaporire l'olio ma stando attenta che l'aglio non bruciasse, che diventa cattivo. Quando mi è parso pronto, ho aggiunto i pelati, spiaccicandoli grossolanamente con la forchetta, un pizzicone di sale e ho fatto ritirare il sugo.

        Ho messo su un pentolone di acqua e a bollore ci ho buttato i bici. Via via che li toglievo dai canovacci ho temuto il peggio: alcuni, a sollevarli, si sono rotti. Ma erano la minoranza, e una volta nella pentola, ho capito subito che era andato tutto bene. Li ho mossi un istante con la forchetta e si sono sollevati come un sol uomo, interi e cotti.


        Li ho scolati lasciandoli acquosi, li ho messi nel cuocipasta insieme al sugo, ho girato per  qualche minuto e li ho serviti cosparsi di abbondante parmigiano grattugiato. Buoni, buoni, buoni!

        Che dite, si rifanno? ;-)


        Con questa ricetta partecipo alla sfida di gennaio 2013 dell' MTC.
        La ricetta originale della Patty di Andante con gusto

         



        martedì 8 gennaio 2013

        Una pasta senza glutine (finalmente) normale

        Questo è un post che mi ero ripromessa di pubblicare un paio di mesi fa, appena tornata dal Salone del Gusto, dove ero andata invitata da Gente del Fud, e dove ho finalmente conosciuto Emidio, l'unico Diretùr in maglietta, e tutti gli altri membri dello staff Gente del Fud al Salone, a partire da Giorgio Marigliano, che ha sopportato con grande aplomb le mie chiacchiere telefoniche, la perdita del pass di mio marito, le mille ubbie di una celiaca poco di mondo in trasferta.
        Grazie per l'invito, e l'accoglienza professionale ma calorosa.


        Il diretùr
         
        Il Salone è stata un'esperienza molto ricca e insolita per me, che solitamente non vado mai da nessuna parte. Mi sono sentita come una bambina catapultata improvvisamente da Schwarz.

        Ho avuto l'opportunità di conoscere dal vivo molti/e fooblogger, e scoprire che non solo sono veri e non virtuali, ma pure che sono persone carine, empatiche e assai amichevoli. Non li nomino perché sicuramente, sbadata come sono, dimenticherei qualcuno e non me lo perdonerei.

        L'altra cosa veramente incredibile è che mi hanno fatto cucinare. E non da sola, ma insieme ad Alessandra e Stefania. Una cosa da non credere.Infatti non ci credevo nemmeno io ed ero abbastanza terrorizzata.
        Perché abbiano chiamato proprio me, con tante persone competenti che ci sono in giro, non è chiaro. Deve avere qualcosa a che fare con il glutine, o meglio con la sua eliminazione...

        Pasta Garofalo infatti, da ottobre distribuisce una nuova pasta senza glutine.
        Per ora sono disponibili tre formati: spaghetti, penne e casarecce.
        Ottimi tutti e tre (i miei preferiti sono gli spaghetti).

        Alessandra e Stefania ed io l'abbiamo provata, insieme a Babs, Milena e Simonetta, e ci siamo inventate alcune ricette (se si può affermare di inventare alcunché in cucina, cosa di cui sono sempre più dubbiosa) . Potete trovarle qui.

        Chi legge questo blog sa che non uso collaborare con aziende, anzi, questa è la prima volta.

        L'ho fatto perché mi sembrava un bel progetto: la nostra pasta fatta da pastai veri, con un bel pacchetto, che si può comprare nei negozi veri e non solo in farmacia. Insomma una cosa normale.

        Così normale che sembra una pasta vera, non ci si accorge che è fatta con le nostre farinacce.

        Uno dei più grandi auspici di chi è celiaco, e ancor più di chi ha figli celiaci è che mangiare diventi il più possibile normale, nel senso di altrettanto gustoso, altrettanto semplice, altrettanto gestibile di come mangia chi celiaco non è.

        Il fatto che una grande azienda produttrice di pasta normale si metta a produrre anche la nostra pasta la considero un'ottima notizia, che va proprio in questa direzione.

        Ma ora basta con le chiacchiere,  ed eccovi la ricetta che ho fatto in quell'occasione.

        Una ricetta semplice, veloce, da tutti i giorni. Una ricetta normale.



        Pasta al radicchio variegato di Castelfranco, pancetta e noci
        Ingredienti
        (per quattro persone)

        • 320 g di pasta corta (io caserecce Garofalo) (¶)
        • 1 cespo grande di radicchio variegato di Castelfranco 
        • 100 g di noci già sgusciate
        • 200 g di pancetta dolce (¶)
        • sale, pepe quanto basta
        • olio extra-vergine di oliva 
        • parmigiano reggiano grattugiato, a piacere
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.


        Procedimento
        È una cosa velocissima, una vera ricetta dell'ultimo minuto.

        Far cuocere la pasta in abbondante acqua salata.

        Nel frattempo far rosolare la pancetta, tagliata a dadini, con un po' filo d'olio, lavare il radicchio e tagliarlo a striscioline, e tritare grossolanamente le noci.

        Scolare la pasta molto al dente, tenendo da parte un bicchiere di acqua di cottura, versarla nella padella con la pancetta, versarvi sopra il radicchio e far cuocere un paio di minuti, giusto il tempo di far appassire la pasta. Eventualmente fosse troppo asciutto aggiungere un po' di acqua di cottura della pasta.

        Quando è pronta, impiattare, spolverizzando con abbondanti noci tritate e parmigiano grattugiato. Servire subito.

        domenica 6 gennaio 2013

        È tornata la Befana!

        Il 6 gennaio mi sembra il giorno giusto per farmi rivedere da queste parti, no? 

        Due mesi di latitanza, direi che possono bastare. Se sento ancora nostalgia, vuol dire che non c'è niente da fare, devo tornare.

        Non che abbia più tempo, anzi, ma la prenderò come si deve, cioè come un passatempo. 

        Mi perdonerete se non passerò spesso dai vostri blog, se non sarò costante, se avrò periodi di assenza.

        E per cominciare subito bene, subito in ritardo, ecco il carbone dolce che ho fatto per la squinzia buongustaia, che di carbone dolce certificato senza glutine in giro non se ne trova.

        L'avevo visto l'anno scorso su alcuni blog, purtroppo in ritardo.

        Che, dall'alto dei suoi 11 anni, non crede più alla Befana, a Babbo Natale e al topino dei denti, ma ...
        « Mamma non penserai mica che esista per davvero una vecchietta decrepita che va in giro con la sua scopa volante?»
        «Allora stanotte niente calza?»
         «Mamma, ma io scherzavo! Quella vecchietta esiste eccome, non ti ricordi che una volta ci ha lasciato pure una lettera?!?!? E ho anche visto Babbo Natale, se è per questo!»

        Il tutto con uno splendido sorriso sornione.

        Grazie Stefania, grazie omonima profumata per avermi permesso di accontentare la mia ragazza.

        E grazie Anna, che ha usato una ricetta un po' diversa. L'anno prossimo sperimenterò la tua.

        La vostra carissima Befana
         



        Carbone dolce
        Ingredienti
        • 250 g di zucchero semolato
        • 50 g di acqua
        • 1 cucchiai di albume
        • 25 g di zucchero a velo ()
        • colorante alimentare (io in gel) ()
        Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o riportare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.

        Preparazione
        Far bollire lo zucchero semolato con l'acqua, controllando la temperatura con il termometro, finché non raggiunge i 130°C.
        Nel frattempo preparare una glassa colorata con lo zucchero a velo, due cucchiai di albume e del colorante alimentare. Io ho usato il nero, ma si può fare dei colori che si preferisce.

        Quando lo sciroppo di zucchero raggiungere i 130° versarvi una goccia di colorante alimentare, quindi aggiungere un paio di cucchiaiate di glassa colorata. Gonfierà che è uno spettacolo. Mescolare per amalgamare bene il tutto, e versare in una ciotola coperta di carta stagnola.
        Far raffreddare qualche ora, tagliare a pezzi, mettere negli appositi sacchettini et voilà, il carbone è servito!

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