sabato 1 agosto 2009

Celiachia: sperimentare in cucina

Figli piccoli, lavoro, tutto il resto -perché? esiste un resto quando ci sono figli e lavoro?- avevano fatto di me una cuoca per la sopravvivenza.

Le ubbie alimentari dei bambini e il poco tempo mi avevano fatto precipitare nel triangolo delle Bermude fusilli al pesto - spaghetti al pomodoro - penne al burro.

Poi, quest'anno, mi sono scoperta celiaca. Penne al burro tutti i giorni può andare, ma penne di riso al burro, no!

In realtà la pasta di mais e riso non è male. Ciò che è veramente male è il pane dietetico. E i dolci. Si può vivere tutto il resto della propria vita mangiando dello schifoso pan carré industriale? Si può rinunciare alla pasta frolla?

E così, come insegna fin dalla prima pagina il manuale del perfetto manager, ho trasformato una criticità in una sfida, e la sfida in un'opportunità.

Scoprendo che si può mangiare del pane decente, una buona crostata, e dell'ottima crema pasticcera anche senza glutine.
Basta farseli.

È divertente. Non c'è niente di scontato nella cucina senza glutine. È veramente un'attività sperimentale.

Diventare celiaca mi ha paradossalmente restituito il piacere di cucinare.

Una celiaca felice, golosa... veramente gaia.

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